mercoledì 24 febbraio 2010

Solidarietà a Padre D'Antoni!

In Italia non esiste ancora il “reato di solidarietà”. Giù le mani da Padre Carlo D'Antoni!

Quasi due settimane sono passate da quel 9 febbraio in cui padre Carlo D'Antoni, parroco della Chiesa di Bosco Minniti (SR) insieme ad altre otto persone è stato posto agli arresti domiciliari, accusato dal Gip del Tribunale di Catania di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'illecita permanenza, falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a Pubblico Ufficiale. E' a nostro parere un pesante segnale che viene inviato a tutti coloro che – come padre Carlo fa in prima persona da anni – continuano concretamente a fornire assistenza ed accoglienza a quei migranti che hanno come unica colpa il non avere un documento, o il non averlo ancora perfettamente a posto. Quanti sanno che per fare domanda di asilo il richiedente deve eleggere domicilio? Ma come può una persona appena arrivata, che non conosce nessuno, che non parla la lingua, dimostrare di avere un alloggio a disposizione? Ecco allora che centri di accoglienza, centri sociali e parrocchie come quella di Boscominniti si attivano per offrire un tetto, un pasto caldo, e una dichiarazione di ospitalità, primo passo indispensabile per poter accedere alla procedura. Passato il primo periodo, la persona prova a rendersi autonoma, e magari si sposta per cercare lavoro: mantiene però un contatto con la parrocchia, con il centro che l'ha accolto e ospitato, punto di riferimento sul territorio, che consente di diminuire il fenomeno dell'irreperibilità dei richiedenti asilo.

Ecco quindi i pericolosi reati di cui è indagato padre Carlo, e che lo costringono ai domiciliari da due settimane, come un pericoloso criminale: aver dichiarato l'ospitalità per chi – in fuga da guerre e persecuzioni – ha trovato nella parrocchia di Boscominniti un rifugio, e aver rifocillato e accolto molti di loro, aiutandoli a districarsi nelle pratiche burocratiche.

Sappiamo che il soccorso e l'assistenza umanitaria senza scopo di lucro degli immigrati anche in situazioni di irregolarità non sono ancora reato in questo paese, neppure dopo il pacchetto sicurezza. Chiediamo quindi che padre Carlo sia liberato, che la sua situazione sia chiarita al più presto e che possa tornare a svolgere la sua preziosa opera di solidarietà presso la sua parrocchia!


Per adesioni: senzaconfine@libero.it

Raggiungerci è facile!

mercoledì 17 febbraio 2010

Vi consigliamo uno spettacolo!

Dopo lo straordinario successo di QUI CITTA' DI M. al Teatro della Cooperativa, Arianna Scommegna debutta in un nuovo spettacolo al Teatro Ringhiera di Milano! Non mancate!


Teatro Ringhiera ATIR
stagione teatrale 2009 / 2010


La compagnia ATIR ti segnala il debutto nazionale dello spettacolo
Cleopatràs
di Giovanni Testori
regia Gigi Dall'Aglio
con Arianna Scommegna
Produzione ATIR

Dal 17 al 28 FEBBRAIO AL TEATRO RINGHIERA

Arianna Scommegna debutta in una nuova straordinaria interpretazione. Dopo i due monologhi che l’hanno fatta conoscere e ammirare dal pubblico “La Molli, divertimento alle spalle di Joyce” e “Qui città di M.", Arianna si confronta ora con uno dei più importanti scrittori lombardi del nostro tempo: Giovanni Testori.
Cleopatràs è il primo dei “Tre lai” dell'autore pubblicati postumi nel 1994. Si tratta di tre lamenti di morte che altrettante figure femminili – Cleopatra e poi Erodiade (Erodiàs) e la Madonna (Mater Strangosciàs) – rivolgono al loro amato. Cleopatràs tocca tutti i tasti del rimpianto per la perduta ricchezza della vitalità e sono proprio gli elementi più concreti della vita ad ossessionare la sua mente allucinata: i cibi, le bevande, i vestiti, le canzoni, le vacanze... l’attaccamento alla propria terra, a quel regno d’Egitto che nella riscrittura testoriana diventa uno spicchio di Lombardia tra i due rami del lago di Como.

OFFERTA PROMOZIONALE per le repliche, dal 18 al 21 febbraio e dal 24 al 28 febbraio due biglietti a 10 euro l'uno prenotando all'email comunicazione@atirteatro.it

VENERDI' 19 FEBBRAIO SERATA SPECIALE "CLEOPATRAS + SANDRA_ZOK": dalle ore 19.30 aperitivo, alle ore 20.45 spettacolo e a seguire DJ SET SANREMESE DI SANDRA_ZOK (Spettacolo + Dj set due biglietti a 10 euro l'uno prenotando all'email comunicazione@atirteatro.it)

CLEOPATRAS
dal 17 al 21 e dal 24 al 28 febbraio
ore 20.45, domenica ore 16.00

PRENOTAZIONI a
comunicazione@atirteatro.it
INFORMAZIONI AI NUMERI 0258325578 - 0287390039 (lun/ven 10/18)
VI ASPETTIAMO!!!
La Compagnia ATIR


DOVE SIAMO / Il Teatro Ringhiera è in Via Boifava 17 a Milano (zona Chiesa Rossa)
è raggiungibile comodamente con la METRO LINEA 2 (fermata ABBIATEGRASSO),
con i tram 3 e 15 dal centro città e dal bus 79 dalla zona Bocconi.

CONTATTI / Per prenotazioni e informazioni contattateci dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18
ai numeri 02 58325578 e 0287390039 e all'email
info@atirteatro.it o potete contattare direttamente la biglietteria del teatro al numero 0284892195 un'ora e mezza prima dell'inizio degli spettacoli.


lunedì 15 febbraio 2010

Il commento di Gianni Barbacetto

Festeggiamenti con effetti speciali per l'anniversario di Mani pulite

Sono cominciati i festeggiamenti per il 18esimo anniversario di Mani pulite, che cade il 17 febbraio, mercoledì prossimo. Per celebrarlo degnamente, Milano non ha badato a spese e non ha risparmiato gli effetti speciali. Ha ricreato il clima con l'arresto in flagranza, davanti alla libreria Hoepli, a un passo da Palazzo Marino, di Camillo Milko Pennisi, consigliere comunale di Forza Italia, presidente della Commissione urbanistica. Milko per far passare una licenza edilizia alla Bovisa aveva chiesto 5 mila euro al costruttore Mario Basso. Questo paga, ma filma la consegna dei soldi, cacciati dentro un pacchetto di Marlboro. Poi Pennisi pretende altri 5 mila euro. Questa volta Basso si scoccia e lo denuncia. Lo beccano con i soldi addosso. Festeggerà il compleanno di mani pulite in galera, come l'assessore regionale Pier Gianni Prosperini, quello del "ciapa camel, barcheta, e va a ca tua!" rivolto ai negri e simpaticamente ripetuto in tv, a spese della Regione, cioè nostre. Festeggerà a casa, invece, a Broni, Rosanna Gariboldi, lady Abelli, che è appena uscita di cella, restituendo più di un milione di euro che erano finiti non si sa come nel conto di Montecarlo suo e del marito, Giancarlo Abelli detto il Faraone, braccio destro di Formigoni. Erano soldi gentilmente forniti da Giuseppe Grosi, il re delle bonifiche, che festeggerà agli arresti domiciliari. Festeggerà a casa sua, a Desio, anche l'assessore regionale Massimo Ponzoni, in affari immobiliari con i coniugi Abelli. In galera invece la combriccola degli amici di Guido Bertolaso, funzionari della Protezione civile e imprenditori a cui sono stati affidati i lavori del G8. Gioivano in diretta per il terremoto in Abruzzo, una grande occasione per far soldi. Lo abbiamo capito dalle intercettazioni telefoniche, che infatti Berlusconi vuole cancellare. Intercettata, l'allegra banda di farabutti si definiva: "combriccola", "cricca di banditi", "gente che ruba tutto il rubabile", "persone da carcerare", protagonisti di un "sistema gelatinoso": se le cantano tra di loro, nelle intercettazioni telefoniche, i collaboratori di Bertolaso e gli amici a cui vengono affidati gli appalti, i Balducci, i Calvi, gli Anemone... Guido Bertolaso, personaggio della settimana, è il supercommissario della Protezione civile, l'uomo della Provvidenza, una specie di santo che Berlusconi esibiva quando c'era un problema da risolvere. Adesso abbiamo capito come li risolveva, i problemi. Poi ci sono le ragazze. Come in ogni fine regime, come in ogni crepuscolo dell'impero, ormai non c'è tangente in denaro che non venga accompagnata da una tangente in corpi di donna. Francesca, Monica, Regina... Le "feste megagalattiche" al Salaria sport village, con non una, non due, ma tre ragazze pronte a rilassare Bertolaso, "l'uomo del fare"; con il cugino dell'imprenditore Anemone che passa alla fine a bonificare la scena dopo l'incontro con Monica, portando via la bottiglia di champagne e i preservativi. Berlusconi difende il suo santo portatile, il Bertoliso compagno di affari e di festini. Dice che Francesca è una massaggiatrice seria, niente sesso, è di mezza età: infatti è coetanea di Patrizia D'Addario. Ma qui viene il bello: chi se ne frega se c'era sesso o no, fosse pure la fisioterapista, il dentista, l'urologo o qualunque altra cosa, qualcuno ci spiega perché a pagare dev'essere l'imprenditore a cui ha affidato gli appalti? Qualunque cosa sia, è una mazzetta, una mazzetta in natura. E poi - e questa è la vera domanda - qualcuno ci spiega che cosa c'entrano con la Protezione civile e con le emergenze eventi programmati da anni, come il G8 o i Mondiali di nuoto? Perché i lavori devono essere affidati in segreto, senza gara, senza regole, senza controlli? (14 febbraio 2010)

martedì 9 febbraio 2010

Solidarietà a Don Carlo D'Antoni!

Don Carlo D'Antoni è stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare per traffico di clandestini. Aldilà di qualsiasi considerazione esprimiamo piena solidarietà a Don Carlo, resta il fatto che l'attività di uno dei punti di riferimento e di solidarietà per i migranti in Sicilia, a pochi giorni dalla manifestazione del 1 marzo, viene improvvisamente e drasticamente arrestata.

(ANSA) - SIRACUSA, 9 FEB - Solidarietà al sacerdote siracusano, parroco di una chiesa finito stamane agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine della polizia su un«giro» di permessi di soggiorno irregolari per gli immigrati è stata espressa da 12 associazioni.
«Pur nel rispetto dell'operato della magistratura» hanno manifestato «forte sconcerto e incredulità per la gravità delle accuse formulate» esprimendo «sincera e massima solidarietà a padre Carlo fiduciosi che l'esito dell'inchiesta in corso possa chiarire la sua posizione ed il suo operato». Lo sostengono: Agire Solidale, Amnesty International, Arci, CentroSociale Culturale Pio La Torre, Comitato 100 donne, Emergency,Arcisolidarietà, Libera Siracusa, Arciragazzi, Jamii onlus,Stonewall Glbt, Legambiente.
«Da anni Padre Carlo D'Antoni e la sua comunità svolgono un ruolo fondamentale nell'accoglienza degli immigrati e degli emarginati con ammirevole impegno e disinteressata dedizione -conclude la nota -, rappresentando per tutto il mondo dell'associazionismo e del volontariato un sicuro e determinante punto di riferimento». (ANSA).

lunedì 8 febbraio 2010

Solidiarietà a Giulio Cavalli

Il Teatro della Cooperativa esprime la propria solidarietà a Giulio Cavalli, vittima ancora una volta di una intimidazione codarda da parte della criminalità organizzata.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il commento di Aldo Giannuli

Cappuccino, brioche e intelligence n°9
A che servono i body scanner?

Come si sa, la recente vicenda del mancato attentato di Natale a bordo di un aereo americano, ha rilanciato il tema della sicurezza dei viaggi aerei. La risposta prontamente trovata è stata quella dell’adozione dei body scanner, ai controlli di volo, prima dell’imbarco.Quale sarà la reale efficacia di questi dispositivi? Molto prossima allo zero, probabilmente. E spieghiamo il perchè.Un terrorista, a meno che non sia un perfetto imbecille, studia le sue azioni prima di attuarle ed, ovviamente, per prima cosa, studia i dispositivi di sicurezza ed il modo di aggirarli. Dunque, i dispositivi fissi e visibili risulteranno sicuramente meno efficaci di quelli non visibili e casuali. Da questo punto di vista, sono più efficaci le telecamere nascoste negli aeroporti o controlli casuali a campione, che non gli attuali controlli di volo che, al massimo, proteggono da qualche spostato.Il terrorista cercherà innanzitutto la via per passare senza sottoporsi a quei controlli; in secondo luogo, il modo di ingannare quelle macchine (ad esempio, quando fu proibito portare a bordo anche le forbicine per le unghie, ci si rese conto che il limite poteva essere aggirato con lame in ceramiche dure). Solo quando questo dovesse risultare non possibile o troppo complicato ed antieconomico, il terrorista rinuncerebbe a quell’attentato. Ma solo per spostare la sua attenzione su altri obiettivi.Non è più possibile fare attentati con esplosivi sugli aerei? Bene, facciamoli usando il raggio laser che acceca i piloti in fase di atterraggio. Non è possibile nemmeno questo? Allora l’esplosivo lo portiamo nei bagagli e lo facciamo brillare negli atrii degli aeroporti. Sono riusciti a blindare gli aeroporti? C’è sempre la possibilità di far saltare gli autobus ed i treni che portano agli aeroporti. E così via…Poi ci sono i treni, le stazioni, le banche (in Italia ne sappiamo qualcosa), i supermercati (e proprio di recente, un imam milanese è stato accusato di voler compiere attentati negli iper mercati Esselunga ed Auchan).
Nella lotta al terrorismo le difese fisse hanno al massimo una efficacia momentanea ma, rapidamente si dimostrano di utilità scarsa e comunque inferiore al costo.Nel caso specifico dei Body scanner il costo non è solo quello monetario, ma anche quello in termini di rischio sanitario. Noi siamo già iper irradiati dai controlli in banca, alla posta, nelle sedi dei ministeri ecc, in più nelle nostre città, a causa della presenza massiccia di questi macchinari, c’è inevitabilmente una certa dose di radiazioni che ci investe (per quanto i vani di passaggio possano essere schermati e protetti, è inevitabile che qualche fuga ci sia sempre per una guarnizione difettosa o per un uso malaccorto dei dispositivi). Ora aggiungiamo una nuova fonte, peraltro più massiccia delle precedenti e direttamente rivolta alle persone, Di fatto si tratta di vere e proprie radiografie da fare due volte -all’andata ed al ritorno magari di un viaggio di pochi giorni-. Già questo dovrebbe indurre ad un calcolo da fare: considerata l’attuale incidenza di malattie tumorali e l’indice di rischio connesso all’esposizione di X persone ad un tempo Y di irradiazione, quale è il numero di persone che probabilmente svilupperanno una neoplasia a seguito di tale esposizione? Pur considerando una percentuale bassissima (diciamo 1 per ogni 50.000 passeggeri, pari allo 0,005%) ne deriva che si tratterebbe di qualche migliaio di persone: molte di più di quelle che cadrebbero in un attentato aereo. E dovremmo anche confrontare la diversa probabilità di un attentato aereo con quelle di tumori da esposizione ripetuta a radiazioni.
Ma c’è di più.E’ facile comprendere che a rischiare di più sarebbero gli addetti ai controlli (per quante precauzioni possano prendere) ed i viaggiatori frequenti, cioè le persone che più spesso debbono prendere l’aereo per motivi professionali: giornalisti, manager e industriali di medio calibro, parlamentari, una parte dei professionisti e docenti universtari, ecc. In una parola, la fascia B della classe dirigente di un paese (la fascia A viaggia con aerei propri o di Stato e non passa per quei controlli). Non aveva torto Roberto Volpi a scrivere sul “Foglio “ del 7 gennaio 2010 che, questa dei body scanner sembra una idea suggerita dai terroristi, che, così, otterrebbero indirettamente e senza alcuno sforzo di concentrare gli effetti letali della loro presenza sul quadro dirigente delle società occidentali.Insomma, difficile immaginare una idea più cretina di questa.Cretina, ma redditizia, come ci segnala una intervista a Michel Girardin (Plus24-Il Sole 24 ore 16 gennaio 2010 p. 17) che dichiara che il suo gruppo compirà investimenti speculativi (dunque legati alla contingenza) sulle “società che producono scanner corporali come la società Ictx e Rapidscan in America, nonchè Amitths Group nel Regno Unito”.E, infatti, le azioni dello Smiths Group, che a inizio estate erano al minimo storico di 6,50 sterline, si è attualmente assestata sulle 9,80 sterline per azione. Che non è poi male…
27 gennaio ‘10

Il disegno di ugo pierri