giovedì 16 luglio 2009

Condannati gli assassini di Abba.

Fausto e Daniele Cristofoli inseguirono e uccisero in strada Abdoul Salam Guiebre, un uomo originario del Burkina Faso

- Uccisero a sprangate dopo furto di biscotti. Baristi condannati a 15 anni e 4 mesi
Padre e figlio sono accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. -


MILANO - Uccisero a sprangate un uomo che aveva rubato dei biscotti dal loro bar. Per questo Fausto e Daniele Cristofoli sono stati condannati a 15 anni e 4 mesi con rito abbreviato dal tribunale di Milano. Padre e figlio di 51 e 31 anni, sono stati riconosciuti colpevoli dell'omicidio di Abdoul Salam Guiebre, diciannovenne originario del Burkina Faso, il 14 settembre dell'anno. Si dice parzialmente soddisfatto ma ripete che nulla potrà restituirgli suo figlio. Così Assane, papà di Abdoul, commenta la sentenza al termine del processo: "Mi aspettavo una pena più severa, ma sarebbe stata la stessa cosa. Il perdente sono io che sono senza mio figlio". Il giudice Nicola Clivio ha stabilito anche un risarcimento di 100 mila euro per i genitori della vittima. I legali dei Cristofoli hanno annunciato, dopo la sentenza, l'intenzione di ricorrere in appello. "Insisteremo - hanno spiegato Elisabetta Radici e Marco Bolchini - perché l'accusa di omicidio volontario venga derubricata in quella di omicidio preterintenzionale". La vicenda. La vittima, insieme ad altri amici, entra nel bar dei Cristofoli. Nessuno dei due li nota entrare, ma entrambi li vedono uscire. Padre e figlio provano a fermarli urlando, ma i ragazzi si danno alla fuga. In un primo momento i due gruppi si perdono di vista ma pochi attimi dopo padre, figlio e i presunti ladruncoli si fronteggiano. I primi sono armati di spranga mentre i tre ragazzi di colore prendono dalla spazzatura bottiglie, lattine e un manico di scopa. Le due versioni. Gli amici della vittima raccontano che Guiebre sarebbe inciampato nella fuga e, successivamente, colpito alla testa. Un colpo che gli è stato fatale. Per padre e figlio si ipotizza, in un primo momento, la legittima difesa: entrambi parlano di una mazza da baseball che gli agenti, però, non trovano sul luogo dello scontro.

(16 luglio 2009)

fonte: www.repubblica.it

Per Federico.

CONDANNATI I QUATTRO POLIZIOTTI CHE UCCISERO FEDERICO ALDROVANDI
di Girolamo De Michele

Enzo Pontani, Monica Segatto, Paolo Forlani e Luca Pollastri, i quattro poliziotti imputati per la morte di Federico Aldrovandi sono stati condannati.La sentenza che accoglie di fatto le richieste dell'accusa (3 anni 8 mesi), la condanna a tutti i membri della pattuglia, e non a uno solo, e il tempo relativamente breve che il giudice Caruso ha passato in camera di consiglio (mentre da più parti si ipotizzava una sentenza in tarda notte, o nella mattinata successiva) sottolineano la ricostruzione dell'accusa: Federico non è morto perché "drogato". Federico è morto perché è stato colpito su tutto il corpo con mani, piedi e manganelli. Federico è morto perché è stato ammanettato in una posizione che poteva - ed ha potuto - farlo soffocare. perché alle sue grida di aiuto i quattro poliziotti non hanno palesato un briciolo di umana pietà, ed hanno continuato a colpirlo fino a provocarne il soffocamento.
E dopo la sua morte il cadavere è rimasto per ore senza uno straccio che lo coprisse: ma almeno uno dei poliziotti si sente con la coscienza a posto: «posso anche dire che io la notte dormo sonni tranquilli», ha dichiarato Enzo Pontani all'uscita dal tribunale. L'agente Paolo Forlani, dal canto suo, non c'era: è in missione in Abruzzo, per il G8.Qualcuno avrà deciso che non c'è rischio di reiterazione del reato.

Lunedì 29, sul blog della famiglia che ha frantumato il muro del silenzio, i genitori hanno postato questo testo:Devono essere condannati perché sono colpevoli. Sono colpevoli perché Federico è morto. Sono colpevoli perché prima di incontrarli il cuore di mio figlio batteva sano generoso e forte. Sono colpevoli perché l’hanno ucciso procurandoli una sofferenza atroce, nella consapevolezza di farlo."Eccesso colposo di legittima difesa", recita la sentenza.Mentre il giudice la leggeva, un'altra sentenza, senza appello, veniva pronunciata ad alta voce tra chi era presente:ASSASSINI!


fonte: www.carmillaonline.com

martedì 14 luglio 2009

Che vergogna...

Varese, il diktat dell'assessore leghista
"Non vendete o affittate a extracomunitari"

L'appello è contenuto nel bollettino ufficiale del Comune di Gerenzano, nel Varesotto, guidato da una giunta monocolore della Lega. "Qui non abbiamo mai favorito gli extracomunitari sotto il profilo dei contributi o dei sussidi economici"
di Gianni Messa


L'appello è senza mezzi termini: "Chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari. Altrimenti avremo il paese invaso da stranieri e avremo sempre più paura a uscire di casa!". Con tanto di punto esclamativo alla fine, per rafforzare il concetto, e la firma di Cristiano Borghi, assessore alla Polizia locale e alla sicurezza pubblica del Comune di Gerenzano, in provincia di Varese, retto da una amministrazione monocolore leghista. La pagina è apparsa sul numero di maggio di Filo diretto con i cittadini, il bollettino ufficiale del Comune, ed è stata già segnalata all'Ufficio contro le discriminazioni razziali istituito presso il ministero delle Pari opportunità.

GUARDA Il bollettino di Gerenzano

L'appello è contenuto nell'ultima parte del testo che riportiamo in questa pagina così come appare nel bollettino. Ma anche l'incipit non è da meno: "Questa amministrazione che guida il Comune ormai da diversi anni non ha mai - e sottolineo mai - agevolato l'afflusso degli extracomunitari nel nostro paese". Vantandosi del fatto che la stessa amministrazione "non ha mai costruito con i soldi dei gerenzanesi case popolari, in quanto ai primi posti della graduatoria ci fossero sempre i soliti noti"; che "non abbiamo mai destinato terreni per la costruzione di moschee e destinato edifici come luoghi di culto agli extracomunitari di religione islamica"; che "i nomadi che arrivano e sostano all'interno del territorio comunale devono lasciare il paese entro 48 ore"; e che "non abbiamo mai favorito gli extracomunitari sotto il profilo dei contributi o dei sussidi economici".

L'assessore minimizza i contenuti della sua sortita. "Non c'è nulla di razzista - replica - Non dico di non affittare agli extracomunitari, ma di controllare chi si mettono in casa". Nel bollettino, però, aveva parlato chiaro. E adesso si difende dicendo che fa riferimento agli appartamenti in paese da quattro o da cinque posti in cui vivono invece una decina di persone. "Il mio era un grido d'allarme e uno sfogo. Si parla di diritti: e i diritti calpestati dei geranzanesi? Sono tanti e talmente esasperati che ho paura succeda qualcosa".

La polemica è scoppiata pochi giorni dopo che un altro esponente della Lega Nord, addirittura il neoeurodeputato Matteo Salvini, era finito in un video pubblicato da repubblica.it che lo ritraeva nell'ultimo raduno del partito di Umberto Bossi, a Pontida, mentre intonava cori razzisti contro i napoletani. Salvini, per inciso, è lo stesso che aveva invocato carrozze speciali della metropolitana riservate solo ai milanesi doc, per evitare commistioni con gli extracomunitari. E che intonava quel coro indossando una maglietta con la scritta "più rum meno rom".

mercoledì 8 luglio 2009

Per Maria Luisa

Appello per Maria Luisa.


Al Presidente della Repubblica On. Dr. Giorgio Napolitano


Signor Presidente,il 23 giugno 2009, nella centrale piazza Bellini a Napoli, una studentessa di 26 anni, Maria Luisa Mazzarella , nella circostanza di trovarsi a difendere un proprio amico omosessuale dalle offese e dalle violenze fisiche per opera di un gruppo di coetanei, è stata lei stessa oggetto di un duro atto di violenza verbale e fisica che le ha procurato lesioni su tutto il corpo e l’ha esposta al rischio di perdere addirittura un occhio.In un contesto sociale in cui si moltiplicano gli atti di violenza dettati dall’odio nei confronti di cittadini con un differente orientamento sessuale e che spesso si consumano nell’indifferenza generale di coloro che vi assistono, il gesto di Maria Luisa assume un innegabile valore non solo simbolico. Ci permettiamo pertanto di chiederLe di valutare la possibilità di concedere a Maria Luisa la medaglia al valor civile per aver messo a rischio la propria stessa vita in difesa di un coetaneo vittima della violenza omofoba.Confidiamo nella Sua sensibilità in modo che Maria Luisa possa vedersi conferita la massima onorificenza della Repubblica.Cordialmente,i cittadini di seguito firmatari.
Per firmare cliccare al link

http://www.gay.it/unamedagliapermarialuisa/

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Serve ancora il tuo aiuto. L'appello per il presidente della Repubblica affinché conferisca alla ragazza aggredita a Napoli una onorificienza al valore civile è vicino a quota 10 mila. Ma per raggiungere questo risultato serve un ultimo sforzo. Invita un tuo amico o un tuo famigliare a firmare l'appello per Giorgio Napolitano, raggiungeremo così le firme necessarie per inviare l'appello al Quirinale. Dì a una persona a te vicina di andare a questa pagina

e di firmare l'appello per Maria Luisa. Lo sforzo è piccolo ma di grande valore. Il tuo aiuto è stato fino ad oggi molto utile. Sia il comune di origine di Maria Luisa, sia il comune di Napoli hanno infatti deciso di conferire alla ragazza la medaglia d'oro al valore civile. Adesso tocca alle istituzioni nazionali far vedere che ci sono. Grazie per tutto quello che vorrai fare e che hai già fatto. Napoli, la comunità lgbt, le vittime dell'omofobia, te ne sono grati.
INVITA I TUOI AMICI A FIRMARE l'appello al Presidente.
Il gesto eroico di Maria Luisa deve avere il riconoscimento della Repubblica.

lunedì 6 luglio 2009

Presidio del 6 luglio

Giovedì 2 luglio il Governo ha fatto approvare definitivamente il ddl sicurezza ricorrendo al voto di fiducia.
Reato di clandestinità, istituzionalizzazione delle ronde, prolungamento dei tempi di detenzione nei CIE, necessità del permesso di soggiorno per tutti gli atti di stato civile, permesso di soggiorno a punti e registro per i senza fissa dimora sono solo alcuni dei punti diventati legge.
Il Governo sceglie di nuovo la criminalizzazione dei migranti quale facile modalità di "gestione della crisi". Tale scelta consente di nascondere le vere responsabilità, fornendo nel contempo, a chi vive un peggioramento concreto delle condizioni di vita, un agevole capro espiatorio su cui scaricare la propria frustrazione. Così facendo, si ottiene il duplice obiettivo di aumentare il grado di ricattabilità degli uomini e delle donne migranti presenti in Italia e di spingere i lavoratori (stranieri e italiani) sul terreno fratricida della guerra tra poveri e della competizione al ribasso su salari e diritti. Tutto ciò in una fase in cui gli episodi di razzismo istituzionale, sia sul piano nazionale che su quello locale, non si contano. Affinchè tutto questo non passi sotto silenzio invitiamo tutti, donne e uomini, italiani e migranti, ad un primo momento di protesta e di riflessione

Lunedi' 6 luglio, ore 18
PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA
Corso Monforte - Milano


prime adesioni:
Milano Città Aperta
CSOA Casaloca
Case di Plastica
Le radici e le ali ONLUS
Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Milano
Sinistra Critica - Milano
Todo Cambia
Delegate e Delegati Regione SdL Intercategoriale
Naga ONLUS
Associazione Mondo Senza Guerre
Lista Civica un'Altra Provincia - Milano
Circolo Pasolini - Pavia
Associazione Dimensioni Diverse
Arci Milano
Csa Baraonda - Segrate
Servizio civile internazionale - Gruppo Lombardia
Comitato Intercomunale per la Pace del Magentino
Studio3R di Mediazione Linguistica Culturale
Associazione Insieme Per La Pace
Cascina Autogestita Torchiera Senz'Acqua
Rete Partigiani In Ogni Quartiere
Scuola di italiano per stranieri Baobab - Milano
Collettivo Vagabondi di Pace
Antigone Lombardia
Associazione Ci Siamo Anche Noi - Pavia

adesioni individuali:
Ermanno Ronda
Massimo Gatti
Stefano Panigada
Luciano Muhlbauer

sabato 4 luglio 2009

Seminario estivo diretto da Renato Sarti

Ogliastra teatro – festival dei tacchi 2009

LA PAROLA DALLA STORIA AL TEATRO

diretto da Renato Sarti

Fra i tanti modi di fare teatro ce ne sono due apparentemente opposti, ma in realtà molto vicini fra di loro:quello che ripropone i grandi classici, l’altro che parte dall’attualità. Da una parte si tratta di ridonare vita a qualcosa che senza un’adeguata rilettura rischierebbe ilcatafalchismo, dall’altra di cogliere l’essenza più nascosta da un materiale che appartiene all’oggi, quindiforse troppo presente e vivo. Per il secondo modo di affrontare la scena, bisogna premettere che - perquanto possano svilupparsi dei punti di contatto - il teatro non dovrebbe mai essere giornalismo, saggistica,reportage, ma dovrebbe cercare di fornire una lettura e una sintesi propria.Il seminario si articola in due fasi precise: nella prima ci si confronterà brevemente con alcuni passi tratti da Romeo e Giulietta e Macbeth di William Shakespeare (e altri classici) in cerca di riferimenti nella vita di oggi,nella seconda fase si cercherà di mettere in evidenza come documenti, atti giudiziari, saggi, articoli deigiornali, deposizioni, testimonianze dirette, possano diventare materiale per una scrittura drammaturgica ecome poi affrontarla a livello recitativo. Renato Sarti - drammaturgo, regista, attore, nonché direttore artistico del Teatro della Cooperativa, da sempre attento al tema della memoria storica - intende mettere in rilievo quegli aspetti emblematici oparadossali del nostro vivere quotidiano, con particolare interesse per quelli che il potere politico e i mediatendono a rimuovere, dimenticare o darne letture edulcorate.

Dove: Jerzu, all'interno del Festival dei tacchi
Giorni: dal 6 al 10 agosto – dalle 10.00 alle 14.00
Costo: 250 + iva ; (allievi Scuola di arti sceniche La vetreria) 200/150 euro+iva
(il prezzo comprende l’iscrizione al laboratorio, l'abbonamento agli spettacoli del festival con possibilità di campeggiare nel bosco di Sant'Antonio e l'utilizzo dei servizi della coloniaadiacente)

INFO e E ISCRIZIONI:
CADA DIE TEATRO cdt@cadadieteatro.it
070.565507 - 070.5688072
www.cadadieteatro.it