mercoledì 30 settembre 2009

Il commento di Saverio Ferrari

MARIO BORGHEZIO A CONVEGNO CON CUORE NERO
QUANDO LE DESTRE SI CONFONDONO

Mario Borghezio è atteso per sabato prossimo a Milano. Motivo: un convegno dal titolo “Che razza di scuola sarà” nella sede di Cuore nero, in via Pareto 14. Con lui anche Davide Di Stefano, il responsabile nazionale del Blocco studentesco.
Le simpatie dell’europarlamentare della Lega per l’estrema destra sono arcinote. Non solo per via dei suoi trascorsi in Ordine nuovo. Fu anche arrestato il 12 luglio 1976 a Ventimiglia, sorpreso a trasportare volantini inneggianti all’assassinio del magistrato Vittorio Occorsio, freddato a Roma solo due giorni prima da una sventagliata di mitra proprio da un nucleo di On capitanato da Pierluigi Concutelli. Occorsio era il giudice che aveva avviato il procedimento giudiziario per ricostituzione del partito fascista nei confronti del gruppo che, a seguito del processo, nel novembre 1973, venne sciolto. Più recentemente Mario Borghezio, nel 2002, tra luglio e settembre, prima partecipò a un paio di convegni di Forza nuova contro l’Islam e l’antifascismo, definito “maschera e arma di comunismo e poteri forti”, poi tra ottobre e novembre si rese protagonista di un giro di comizi con la formazione di Roberto Fiore toccando importanti città italiane, tra le altre, Milano, in piazza del Duomo, titolo della manifestazione “Orgoglio Padano, orgoglio Cristiano”, e Roma, in piazza S.S. Apostoli, raduno celebratosi con lo stesso segretario nazionale di Fn, conclusosi con tanto di saluti romani, costringendo la stessa Digos ad avviare un’indagine.
Un sodalizio così stretto, quello tra Borghezio e Roberto Fiore, al punto che qualcuno pensò si stesse lavorando a un’alleanza organica. Ma poi, dopo il viaggio a Gerusalemme di Gianfranco Fini, presidente di An, nel novembre 2003, che originò la famosa dichiarazione sul fascismo come “male assoluto”, venne anche lo strappo di Alessandra Mussolini che dette vita a quel cartello elettorale con Forza nuova, la Fiamma tricolore ed il Fronte sociale nazionale, che di lì a poco assunse la denominazione di Alternativa sociale. I rapporti si allentarono. Eppure Mario Borghezio, dal canto suo, ce l’aveva messa davvero tutta. Presidente dei cosiddetti Volontari verdi, guidati da tal Max Bastoni, ex missino, noto per l’inqualificabile slogan razzista “Bastoni agli immigrati”, aveva propagandato tramite il sito dell'associazione i testi sul “sangue e la razza” di Julius Evola e Franco Freda come “letture consigliabili”. Si era anche adoperato affinché venisse adottato all’interno degli stessi Volontari il “Trifos” o “Triskel”, una sorta di svastica a tre gambe, già utilizzata dalle Waffen-Ss belghe e in seguito, a livello internazionale, anche da diversi gruppi neonazisti in Europa e in Sud Africa.Ora ci riprova. Il richiamo deve essere irresistibile. I camerati di Cuore nero sono per altro da tempo in difficoltà, sia a causa di una consistente fuoriuscita di militanti nei mesi scorsi (passata dai media sotto silenzio) transitati direttamente al Popolo delle libertà, sia per lo scarsissimo seguito nelle scuole milanesi ottenuto dal Blocco studentesco. L’aiuto di Borghezio non poteva mancare. D’altronde, solo nel marzo di quest’anno il nostro aveva avuto l’onore di essere inserito in un'inchiesta, trasmessa da Canal Plus in Francia, dedicata all’estrema destra in Europa. Nelle immagini in questione è possibile vedere, ma soprattutto sentire Borghezio, ospite del movimento francese Nissa Rebela, il cui leader Philippe Vardon è già stato condannato Oltralpe per islamofobia e ricostituzione del partito fascista. Non accortosi di come le telecamere lo stessero ancora seguendo e registrando consigliava: “Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. È un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica eccetera eccetera… ma dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi”. Mai avuto dubbi in proposito.


SAVERIO FERRARI
Milano, 2 settembre 2009

martedì 29 settembre 2009

Il commento di Aldo Giannulli

parà della Folgore caduti in Afghanistan.
www.aldogiannuli.it

Giovedì scorso, all’inizio della seduta del Consiglio di Facoltà, un rappresentante degli studenti, ha chiesto un minuto di silenzio per i sei parà della Folgore caduti in Afghanistan. Insieme a pochi altri colleghi, non mi sono alzato: la cosa mi sembrava falsa e rituale, anche se le intenzioni di chi l’aveva proposto e di chi vi partecipava erano probabilmente le migliori. Non mi piaceva.
Ho poi letto di siti (presumibilmente di estrema sinistra, area alla quale mi sento di appartenere) che parlavano di “lotta antimperialista”, definendo i sei “mercenari fascisti”, ho visto le scritte lasciate sui muri di Milano che dicevano “-6”, ho saputo del parroco di Monte di Rovagnate che ha definito, anche lui, fascisti i parà e ho letto su un sito un invito a brindare alla morte dei sei. Respingo l’invito come il precedente. Non mi piace, anzi, a dirla chiara, lo trovo ripugnante.
Per quanto io non sia un non violento ostile per principio all’uso delle armi, non mi va di brindare alla morte di sei persone. L’ho fatto una sola volta in vita mia (e lo rifarei): alla morte di Carrero Blanco, perchè quello significava l’inizio della fine della dittatura fascista in Spagna. Ma, in generale, non mi rallegra l’uccisione di nessuno, neanche di un mafioso o di un nazista. La lotta armata può essere moralmente giusta e politicamente necessaria, questo non toglie che non è mai una festa da ballo.
Ma lasciamo da parte gli aspetti morali o legati alla sensibilità umana; quello che conta è il profilo politico.
Mi sembra che ci siano due visioni perfettamente speculari di quello che sta succedendo in Afghanistan. Per la prima, i soldati occidentali sono crociati della democrazia e della libertà (soprattutto della donna) e chi li attacca sono solo terroristi, selvaggi da distruggere, mentre, ovviamente, la popolazione è dalla parte del legittimo governo Karzai, retto dalle armi della coalizione. Per gli altri, c’è in corso una lotta di popolo (di tutto il popolo) contro una turpe aggressione imperialista e i soldati che la attuano sono tutti mercenari fascisti.
Sono esattamente la stessa versione che cambia il segno positivo o negativo davanti al nome dei contendenti. Ragionamenti da tifoseria calcistica, che non hanno nulla a che fare con l’analisi di quel che effettivamente succede a Kabul e dintorni.
In primo luogo: l’attacco era iniziato con lo scopo dichiarato di catturare Osama Bin Ladin e il mullah Omar e con quello aggiuntivo di fare dell’Afghanistan un paese democratico. Dopo otto anni (dicesi otto anni) di occupazione militare, nessuno dei due è stato catturato, la guerriglia dei talebani prosegue imperterrita e nessuno può decentemente sostenere che il regime corrotto e mafioso di Karzai abbia niente a che fare con la democrazia. Tanto che persino la Ue è stata costretta a non riconoscere i risultati delle elezioni, avendo riscontrato brogli nel 10% dei seggi ( e se nel 10% dei casi sono stati appurati e comprovati, immaginiamo quale possa essere la percentuale reale). Nessuna persona di buon senso farebbe Karzai neppure amministratore del proprio condominio.
La verità è che è in corso una occupazione militare che va molto al di là dell’originario mandato Onu (già in se molto discutibile), che questo non c’entra con la fondazione di un regime democratico, quanto con il controllo di una zona strategica per la presenza dei condotti energetici. A tutto questo si è aggiunta, più recentemente, una ulteriore ragione militare: la prossimità al confine cinese, in un momento in cui si profila uno scontro fra Usa e Cina. Tutto il resto è mitologia.
D’altra parte, se c’è una guerra in corso, non si può pretendere che si spari da una parte sola. E dunque, il cordoglio rituale per i caduti maschera solo la cattiva coscienza di chi sa che i soldati italiani sono truppe di occupazione, sa che in guerra si spara e si muore da tutte due le parti, però si costerna solo quando a cadere sono i suoi soldati ed accoglie la notizia come una sciagura imprevista. Di quelle morti non sono responsabili solo quelli che hanno innescato la bomba che le ha provocate, ma anche quanti hanno mandato lì quei soldati e quanti sostengono che devono restarci.
Ma tutto questo non significa che si debba fare il tifo per i talebani. In primo luogo, mi sembra di ricordare che sono gli stessi che hanno combattuto per dieci anni contro l’invasione sovietica, ma non ricordo particolari trasporti di simpatia dell’estrema sinistra per loro (quella non era una aggressione imperialista? Che ne dite?). All’epoca, mi sembra di ricordare, se ne parlava come di agenti della controrivoluzione, sostenuti dall’imperialismo americano e dai loro lacchè sauditi, che volevano instaurare un regime oppressivo ed oscurantista. Ve ne ricordate?
Beh, non è che siano cambiati nel frattempo: il Mullah Omar continua a non essere Che Guevara.
In secondo luogo, il popolo afghano non sembra gradire l’occupazione americana, ma sembra gradire ancor meno i talebani del cui regime non serba un gran bel ricordo. E dunque, andiamoci piano prima di dipingere scenari di lotta di popolo contro il bieco imperialismo ed i suoi mercenari fascisti. A proposito: per quanto l’occupazione militare occidentale sia un regime oppressivo e gli occupanti ne faranno di tutti i colori, non pare che si possa parlare di qualcosa di paragonabile all’occupazione nazista e, per quanto quella dell’esportazione della democrazia sia una favola, definire fasciste le forze occupanti è un po’ forte. Anzi: è proprio una bestialità. Il mondo non è colorato in nero-fascista e rosso-rivoluzionario: ci sono molti altri colori.
Ed attenzione anche a questo uso disinvolto del termine “mercenario”: confondere dei soldati di un esercito regolare con dei mercenari, può avere l’effetto poco simpatico di nascondere il fenomeno molto preoccupante dei contractors che, invece, merita molta attenzione.
Insomma, il tifo lasciamolo negli stadi: la politica è una cosa seria.

Aldo Giannuli, 21 settembre '09

Grosse novità per il Blog della Cooperativa!

Da oggi il Blog del Teatro della Cooperativa sarà impreziosito dagli interventi di Assunta Sarlo, Aldo Giannulli, Roberto Duiz, Gianni Barbacetto
e Saverio Ferrari.

A questi si aggiungono anche i disegni di Ugo Pierri, pittore triestino.
Un'occasione in più per informarsi e continuare a seguirci!

mercoledì 23 settembre 2009

ADESSO BASTA!

Molotov contro locale gay a Roma


Molotov contro locale gay a Roma (ANSA) - ROMA, 19 SET - Un ordigno molotov e' stato lanciato questa mattina contro la serranda della discoteca 'Cube', , noto locale gay di Roma. Secondo quanto si e' appreso la bomba molotov ha causato un principio di incendio ma nessun ferito. Una persona che ha avvertito i carabinieri avrebbe riferito di aver visto due giovani a bordo di una moto che lanciavano un ordigno rudimentale. La discoteca, nella zona di Portonaccio, era stata obiettivo di un'altra intimidazione nel corso dell'estate.

19 Set 10:18

venerdì 18 settembre 2009

Corso di recitazione.

CORSO DI RECITAZIONE 2009/2010
a cura di Marco Di Stefano


Il corso, a cadenza settimanale, intende fornire le competenze per affrontare la scena in modo organico, prendendo in esame i diversi elementi che compongono l’arte dell’attore: la voce, il movimento, l’interpretazione. Per questo il corso si dividerà in due momenti formativi diversi: una prima parte “preparatoria” alla scena dove si esploreranno le peculiarità di ogni singolo allievo attraverso semplici esercizi di improvvisazione e composizione, e dove si approfondiranno le competenze tecniche legate al corpo e alla voce. La seconda parte, invece, sarà incentrata sul lavoro in scena a partire dall’analisi del testo per approdare a una messa in scena dove ogni allievo attore potrà confrontarsi con un pubblico per testare i risultati ottenuti. Questa seconda parte di lavoro sarà incentrata sul testo “Girotondo” di Arthur Schnitzler. La scelta di questo testo non è casuale. La trama, incentrata sull’alternarsi di coppie di amanti che si confrontano, permette ai giovani attori di lavorare su strutture drammatiche semplici potendosi così concentrare sui contenuti del testo. Questo permette inoltre al gruppo di poter lavorare contemporaneamente a più scene e di poter apprendere non solo attraverso l’interpretazione, ma anche attraverso l’osservazione dei compagni. Ognuno avrà la possibilità di studiare più personaggi e approcciarsi in maniera versatile al mestiere dell’attore.


Per info ed iscrizioni: 02.64749997
info@teatrodellacooperativa.it


Marco Di Stefano

Regista e Scrittore

Diplomato in drammaturgia alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano e laureato in Teatro al DAMS di Bologna. Ha collaborato come attore con Masque Teatro (“Davai”, 2004) e come assistente alla regia con Motus (“Piccoli episodi di fascismo quotidiano” 2005). Debutta come regista con “Grand Guignol Iago” (2004, Paolo Grassi) e come autore teatrale con “Checkpoint” (testo selezionato da OUTIS – Centro Nazionale di Drammaturgia – per “Tramedautore 2006”).
Nel 2006 è co-fondatore del collettivo artistico Crolloprospettico. La compagnia debutta lo stesso anno con lo spettacolo “Fedra/Teseo. Voci di famiglia per dramma senza titolo”.Regia di Marco Di Stefano e Francesca Romano. Alla fine dello stesso anno pubblica la racc
olta poetica “Sessanta lame all’ora. Analisi in forma di Haiku” (Il Filo, Viterbo). Nell’ottobre 2008 pubblica la raccolta di poesie “Versione 2.0” con la casa editrice Tespi di Roma. Suoi scritti compaiono anche nel libro “La vocazione teatrale”, a cura di Renata Molinari. (Il Principe Costante, Milano, 2006). Nell’aprile 2007 debutta a Roma con “Ninna nanna”, testo e regia. Nel maggio 2007 firma la regia di “Checkpoint” (spettacolo vincitore di Upnea ’07). Nel giugno 2007 partecipa a “La Fabbrica dell'uomo” con il testo “La festa”, progetto di scrittura collettiva commissionato da Outis e realizzato con Roberto Traverso, Alessandro Genovesi, Magda Barile, Matteo Caccia, Giorgia Toso e Sarah Tardino. Regia di Sophia Pelczer. Nell’estate 2007 è tra i registi di MACBETH, spettacolo realizzato a Macerata con il Coordinamento Artistico di Claudio Longhi. Nell’ottobre 2007 vince il concorso nazionale dell’ETI “Nuove Sensibilità” con il testo “Falene”, regia di Carlotta Origoni (prod. TF, Teatro Stabile di Innovazione, Milano). Collabora come assistente alla regia con Renato Sarti (Teatro della Cooperativa – Milano) con il quale ha realizzato “Sogno di una notte di mezz’estate” di William Shakespeare, “Il signor Rossi sulla strada ancora” di e con Paolo Rossi e “Deserto Nero”, spettacolo sul genocidio armeno del 1915. Con Renato Sarti ha inoltre curato la messa in scena di “Folle Amore”, con Ale & Franz. Il suo ultimo spettacolo di teatro danza, “Toys”, va in scena a Milano nel settembre 2008 all’interno del festival Previsioni e nel 2009 è ospitato da "Ri-Generazioni". Nell’ottobre 2008 realizza “InVitro”, performance per la maratona di danza “Shall We Dance” (Festa del Teatro di Milano ).
Fa parte, come autore, del progetto “Bancone di Prova”, coordinato da Maria Antonia Pingitore.
(Teatro I – Milano)

Insegna Drammaturgia e Regia nei laboratori del DAMS di Torino. Attualmente sta lavorando come regista e autore al progetto multidisciplinare “Crolli”.

È tra i registi di “Working for Paradise”, progetto su Heiner Müller coordinato da Matthias Langhoff e prodotto da Teatro Festival Italia di Napoli e Internationale Heiner Müller Gesellschaft di Berlino.


Corso di teatro comico.

Laboratorio di Teatro Comico

a cura di

Renato Sarti

e

Domenico Pugliares

IMPROVVISAZIONE

TEATRO COMICO DI REPERTORIO

SCRITTURA DRAMMATURGICA

Il laboratorio ha cadenza settimanale, per una durata complessiva di 14 incontri. Al termine del percorso didattico è prevista una lezione-spettacolo, in cui i partecipanti potranno confrontarsi con il pubblico e presentare i materiali elaborati.

I partecipanti potranno inoltre assistere gratuitamente agli spettacoli in stagione al Teatro della Cooperativa e incontrare gli artisti ospiti (Diego Parasole, Democomica, Max Pisu - Laboratorio comico La dogana del palco, Deborah Villa, Piero Lenardon e Marta Marangoni... )

Durante il laboratorio sono previsti brevi incontri o interventi di figure di spicco del panorama comico italiano, come Riccardo Pifferi (autore di Jannacci, Paolo Rossi, Cornacchione), Marco Posani (autore di Che tempo che fa e Glob), Flavio Oreglio, Paolo Rossi, Cochi Ponzoni, Michele Serra, Carlo Rossi (Filarmonica Clown) e Bebo Storti.


Ridiamo perché è vero e ci fa male che capiti anche a noi.

La comicità è spiazzare, è stupirsi e poi stupire...

Si può imparare a diventare comici?

Si può imparare a stare in scena... e a scoprire il comico nel quotidiano.”

Inizio corso: Novembre 2009

Fine corso: Febbraio 2010

Per info ed iscrizioni: 02.64749997
organizzazione@teatrodellacooperativa.it

Da sempre in teatro il comico è stata l'arte più amata dal popolo. L'Italia può vantare una tradizione difficilmente riscontrabile in altri paesi (da Plauto e Menandro a Goldoni e alla commedia dell'Arte, dai caffé chantant di Napoli e Totò all'avanspettacolo, al varietà, al cabaret, da Dario Fo a Benigni e Paolo Rossi), anche se non sempre la critica ufficiale ha riconosciuto la grandezza dei maestri dell'arte teatrale comica. Tati Sanguinetti, in uno slancio di rara onestà intellettuale, a proposito del trattamento tutt'altro che positivo che la critica aveva riservato a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, anni dopo dichiarava: “Quanto eravamo stupidi, spocchiosi, presuntuosi”.

Difficilmente si può ritrovare nella storia del teatro mondiale un fenomeno simile a quello dei nostri comici dell'Arte che a partire dal 1600 spopolavano in tutta Europa, ottenendo fama e guadagni.

Un successo, quello dei vari Arlecchino e Pantalone, dovuto non solo ad una tecnica mimica e attoriale straordinaria, ma anche alla capacità di dissacrare e ridicolizzare l'ipocrisia del potere. Non a caso la Chiesa e le istituzioni di allora fecero di tutto per fermarli, ma troppo grande era il loro seguito popolare. Il comico da sempre sbeffeggia tutto, persino la religione (basti pensare a quel capolavoro assoluto che è El risucitamento di Lazzaro di Fo). Ieri come oggi il duce di turno pone davanti a tutto i valori cristiani della famiglia ma poi tromba con le escort a destra e a manca. Così il comico triestino Angelo Cecchelin con una brevissima freddura liquidava l'ipocrisia perbenista. Due innamorati. LEI: “Caro, a cosa pensi?”. LUI “A quello che pensi tu cara”. LEI: “Porco!”.

E bisogna ricordare sempre che è molto più difficile far ridere che piangere. Le folle oceaniche, commosse, che hanno seguito i feretri di Sordi, Totò, Franco Franchi, Fabrizi e Govi stanno a significare il grande affetto che il popolo nutre nei confronti dei grandi comici. Un debito di riconoscenza per coloro che riscattano, a furia di risate, la miseria, le ingiustizie, le brutture e le afflizioni della vita: per una volta è il potente, e non il poveraccio, a rimaner gabbato.

Renato Sarti

IL LABORATORIO

Il laboratorio prevede un percorso teorico e pratico che illustri le diverse fasi di creazione di testi, personaggi e spettacoli all’insegna della comicità teatrale classica e contemporanea.

Attraverso una prima fase di studio e analisi delle commedie del repertorio classico gli allievi potranno comprendere nel dettaglio la costante attualità e le potenzialità di testi simbolo della grande tradizione comica.

In un secondo momento saranno invece proprio i partecipanti al corso a cimentarsi nella creazione di un personaggio: si apprenderanno e approfondiranno diverse tipologie di interpretazione, dall’improvvisazione e fisicità proprie di commedia dell’arte e clownerie, fino allo studio della caratterizzazione del personaggio alla base di cartoon e moderno cabaret.

Partendo dalle teorie di autori simbolo dell’improvvisazione teatrale, quali Viola Spolin e Keith Johnstone (i primi a teorizzare l’improvvisazione non più come strumento ma come obiettivo della formazione teatrale), si svilupperanno meccanismi di interazione, associazione, dissociazione e ascolto reciproco sul palcoscenico, mediante esercizi individuali e di gruppo. In questo modo i partecipanti al corso potranno sviluppare l’intesa necessaria per imparare a vivere con generosità il momento della rappresentazione.

Sarà un viaggio di invenzione, ma soprattutto di scoperta del comico in ogni momento e punto di vista della messa in scena, anche attraverso la comprensione e utilizzo della gag al momento giusto, quale strumento di narrazione efficace, sincero, implacabile.

Infine, a conclusione del corso, è prevista una serata speciale in cui i partecipanti potranno, presso il palco del Teatro della Cooperativa, presentare i risultati del lavoro svolto: il confronto con lo

spettatore è tappa d’obbligo per chiunque voglia cimentarsi in discipline teatrali, commedia in primis. Il comico vive della risata del pubblico.

giovedì 17 settembre 2009

Marco Rovelli al Teatro della Cooperativa

Sabato 26 settembre 2009 – ore 21.30

al Teatro della Cooperativa

MARCO ROVELLI - LibertAria


Nell’attesa di presentare la nuova stagione il Teatro della Cooperativa propone un concerto di Marco Rovelli e il suo gruppo, in attesa di vederlo a marzo nel teatro di Via Hermada, nello spettacolo SERVI, scritto insieme a Renato Sarti, che ne cura anche la regia.

LibertAria è il nuovo progetto musicale di Marco Rovelli, dopo l'esaurimento della sua esperienza con Les Anarchistes. E' un percorso che procede in parallelo con la sua esperienza di scrittura, in cui sono implicati a vario titolo – come co-autori ovvero come incontro da cui è nata un'idea - una serie di amici scrittori: Wu Ming 2, Erri De Luca, Francesco Forlani, Maurizio Maggiani, Roberto Saviano.

Marco Rovelli ha ricevuto, in relazione a questo nuovo progetto, il premio Fuori dal controllo 2009 all'interno del Meeting Etichette Indipendenti.

LibertAria innesta sul sound di un trio indie-rock melodie di violoncello e fisarmonica, e si combina con una pratica letteraria. Al cd partecipano musicisti come Daniele Sepe e Yo Yo Mundi.

Alcune canzoni si legano direttamente ai libri scritti da Marco Rovelli. La parabola e Dal campo, due canzoni di storie migranti (legati a “Lager italiani”, ed. BUR, un libro appunto di storie di migranti passati per i CPT, e al libro in uscita “Servi”, ed. Feltrinelli). Il dio dei denari, una canzone legata alle morti sul lavoro (su cui verte il libro “Lavorare uccide”, ed. BUR). E così Girotondo, una canzone che nasce dai tentati pogrom ai campi rom.

“Noi sbandati, noi disertori che sosteniamo la terra / Miscredenti d'immensa fede, noi che spalanchiamo il cielo” - così recita il ritornello di Sbandati (Fuochi sulla montagna), una canzone che richiama la guerriglia partigiana, ma che indica allo stesso tempo una condizione universale, di resistenza ed esodo.

Ed è dall'urgenza di un Noi che parte Indiana, la canzone scritta con Wu Ming 2 in margine a Manituana: “A me non importa chi sono, Un nome solo è fiato sprecato, Io voglio sognare un sogno in comune, Io devo sapere chi siamo”.

Dal Noi parte L'odore del mondo, canto a margine di Gomorra, nato da un'idea condivisa con Roberto Saviano. Modellata sull'antica melodia “Briganti se more”, antico inno resistente di un Sud ribelle. Quale l'arma dell'oggi, per chi si vuole sottrarre alla Gomorra? Anzitutto, gli occhi aperti, attenti: il sapere, anzitutto. Ecco allora l'incipit: "Noi che sappiamo". Un sapere incarnato in una matericità tattile, nelle cose - in quelle cose, in quell'impasto di calce e sangue che tira giù dall'empireo i frattali dei manuali d'economia. Prendere in mano le pietre e i mattoni e farne pietre d'angolo di una "nostra" intifada - in forme da sapere, da immaginare, da creare.

E poi La Comunarda, canzone scritta insieme a Francesco Forlani, un canto che celebra la comunità eretica e ribelle della Comune di Parigi, un canto di rivolta e di amore, dove le due cose tendono a essere la stessa.

Una comunità - quella di chi era a Genova nel 2001 - è cantata anche in L'intimità, canzone che è il risultato di una riscrittura di un testo che Erri De Luca aveva scritto appositamente qualche anno fa per essere musicato: la canzone si intitolava "Il maggio di Belgrado", e raccontava la comunità dei belgradesi sotto i bombardamenti della Nato nel 1999. Da Belgrado a Genova, dunque, nel segno di una comunità resistente. Quando cresce il pericolo aumenta pure tutto ciò che salva, recita il ritornello, che poi è un verso di Holderlin tradotto da Erri.

Una disperata vitalità, scriveva Pier Paolo Pasolini in una sua fondamentale e profetica poesia, a cui è ispirato il brano omonimo: e questa è, forse, l'attitudine di una simile comunità.

Una comunità fatta di singolarità, ognuna delle quali vuole “la mia parte di Dio, la mia parte di anarchia” - come canta il brano (La mia parte, appunto) scritto con Maurizio Maggiani, ispirato a situazioni e personaggi del suo romanzo Il coraggio del pettirosso.

Marco Rovelli (Massa, 1969) è uno scrittore e musicista italiano. È cantante e autore di canzoni: fino al 2006 è stato parte del gruppo Les Anarchistes, poi ha intrapreso un percorso come solista. Insegna storia e filosofia nelle scuole secondarie.
Dopo alcuni esperimenti musicali come cantante nel gruppo degli Swan Crash, l'affermazione di Marco Rovelli come cantante è legata alla vicenda musicale dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio. Oltre che come cantante, la figura di Marco Rovelli si afferma all'interno del gruppo (che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana) anche come autore delle canzoni. Nel 2007 ha iniziato un percorso come solista.
Come scrittore, oltre che per il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, Rovelli è giunto alla notorietà nel 2006, con il libro Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Suoi racconti e reportage sono apparsi su Nuovi Argomenti, il maleppeggio, Nazione Indiana (rivista online della cui redazione fa parte). Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli.


Posto Unico 7 €


www.teatrodellacooperativa.it

Via Hermada 8, Milano – tel. 02.64749997

lunedì 14 settembre 2009

Ricordando Abba


Un anno fa Abba veniva ucciso. Dopo un anno sembra che niente sia cambiato. Certo, i suoi assassini sono stati condannati, ma la situazione generale del paese è sicuramente peggiorata. Le aggressioni agli extracomunitari aumentano di giorno in giorno. Le ultime proposte di governo sull'immigrazione sono vergognose. Il paese è sempre più razzista. E la colpa è anche dei media: ogni volta che un cittadino straniero commette un reato nel nostro paese (o meglio, è accusato di aver commesso un reato) vale la regola del "sbatti il mostro prima pagina", mentre degli assassini di Abba, a distanza di un anno, poco o nulla si sa. Sia chiaro, noi siamo contro lo sciacallaggio voyeuristico in ogni caso. Il problema è che non possiamo ignorare la differenza di atteggiamento della stampa a seconda dei casi. E, ci dispiace dirlo, questo atteggiamento a noi risulta razzista.
Pochi sanno delle violenze perpetrate da cittadini italiani ai danni di cittadini extracomunitari. E questo perché la stampa, connivente ad un sistema di potere sempre più schierato a destra, preferisce trascurare certe notizie.

Abba è stato ucciso per razzismo e ignoranza. Purtroppo capiterà ancora. Ma noi non possiamo continuare a tacere.

venerdì 11 settembre 2009

Sosteniamo Michele Santoro e Annozero

Cari amici, sono Michele Santoro e ho bisogno del vostro aiuto. Mancano pochi giorni alla partenza e la televisione continua a non informare il ...pubblico sulla data d'inizio di Annozero. Perciò vi chiedo di inviare a tutti i vostri amici e contatti su Internet gli spot che abbiamo preparato a questo scopo e che non vengono trasmessi.

Qui trovate i nostri spot

Su Youtube:

Primo spot: http://www.youtube.com/watch?v=8e-HvwOhmjE

Secondo spot: http://www.youtube.com/watch?v=_kJRHdrLfWI

Su Rai.tv:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-616d28e5-f635-4e1f-a3d9-e153752d2e91.html?p=0

E come sempre il nostro sito

http://www.annozero.rai.it/

mercoledì 9 settembre 2009

Libertà di stampa

A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Nazionale.

L’ANPI Nazionale aderisce con appassionata convinzione alla manifestazione del 19 settembre a Roma a favore della libertà di stampa. Viviamo un momento delicatissimo per la tenuta democratica del Paese ed è necessario che tutte le forze culturali, politiche e tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione si ritrovino uniti per dire un no deciso ai continui e inauditi attentati alla libertà mossi dal Presidente del Consiglio e dal suo Governo che dovrebbero invece tutelarla e garantirla nell’interesse generale della collettività.

L’ANPI, da più di sessant’anni custode e promotrice instancabile dei valori della Resistenza, da cui la Costituzione ha preso vita, continuerà ad essere sempre presente ogni qual volta la convivenza civile e i diritti - duramente conquistati dalla parte più consapevole del nostro popolo fino all’estremo sacrificio - vengano disattesi.


La sezione ANPI Barona. Milano, http://anpibarona.blogspot.com/
aderisce alla manifestazione, e invita a firmare l'appello dei giuristi: Franco Cordero. Stefano Rodotà. Gustavo Zagrebelsky.

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391107

lunedì 7 settembre 2009

Lettura a sostegno della Paolo Grassi

All'interno delle iniziative a favore della rielezione di Maurizio Schmidt
come direttore della Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, Renato Sarti legge

MAI MORTI

Venerdì 11 settembre 2009, ore 20.30
Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, via Salasco 4, Milano
Ingresso Gratuito

venerdì 4 settembre 2009

Difendiamo la Paolo Grassi!

Alleghiamo di seguito l'ultimo comunicato degli studenti della Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.



Cari tutt*,
in seguito agli incontri tenutisi in questi giorni a scuola e in linea con le posizioni espresse dal comunicato stampa del 23 luglio sottoscritto da tutti noi e da importanti personalità del teatro, vi comunichiamo gli appuntamenti per le prossime azioni .

Sottolineiamo l’importanza della presenza massiccia di tutti quanti, ne va dell’autonomia della nostra scuola, della qualità della nostra formazione e della credibilità della nostra protesta.

Per dare visibilità ai nostri problemi e per ottenere l’appoggio della pubblica opinione, dei media e di tutti i fruitori del teatro, e per ottenere una partecipazione seria e informata della cittadinanza alla manifestazione del 7 settembre, abbiamo deciso di intraprendere le seguenti azioni:


4 SETTEMBRE: appuntamento ore 19,30 davanti alla Scala, per la prima serata del festival MITO a Milano.
Si distribuiranno volantini per spiegare la situazione e invitare a partecipare ai presidi del 7 e alle serate che si terranno successivamente a scuola.

6 SETTEMBRE: appuntamento ore 19,30 davanti al Piccolo Teatro, in occasione di due anteprime assolute al Teatro Studio. Stesse finalità informative e di coinvolgimento.

7 SETTEMBRE: PRESIDIO ARTISTICO
9,30 Concentramento in P.zza XXIV Maggio, presso il circolo Lato B e spostamento autorizzato.
10,00 Presidio artistico davanti alla Fondazione SCM in via Alzaia Naviglio Grande, 20, per consegnare il programma e la ricandidatura di Maurizio Schmidt.
12,00 Presidio artistico davanti a Palazzo Marino, sede del comune di Milano.
13,30 Scioglimento del presidio e rientro a scuola per preparare l’evento della sera stessa.

Durante tutta la manifestazione e negli spostamenti coinvolgeremo più cittadini possibili, consegnando loro volantini e invitandoli nella nostra scuola, che aprirà le porte a tutta Milano nelle serate a venire.

ABBIAMO BISOGNO DELLA PARTECIPAZIONE DI TUTTI E SUBITO!
PORTATE AMICI, PARENTI, CONOSCENTI, FIDANZATI, AMANTI CHE ABBIANO VOGLIA DI SOSTENERCI.

PIU’ SIAMO MEGLIO E’!!


Comitato degli Studenti Difendiamolapaolograssi

mercoledì 2 settembre 2009

Ciao Teresa

Renato Sarti e il Teatro della Cooperativa si uniscono al cordoglio per la scomparsa di Teresa Sarti Strada.

Ciao Teresa

Teresa Sarti

Teresa Sarti
28 marzo 1946 - 1 settembre 2009

Dopo avere insieme condiviso per quindici anni il tempo dell'amicizia, del rispetto per la vita e per la sofferenza di tutti, dopo il lungo tempo di affetto, di speranze, di timore per la sua sorte personale, Emergency annuncia la morte della sua presidente Teresa Sarti Strada.
Con la stessa apertura e con la stessa semplicità che aveva voluto per la vita di Emergency, Teresa ha accettato anche in questi suoi ultimi giorni la vicinanza di tutti coloro che hanno voluto esserle accanto. La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso il coraggio e la determinazione che rappresentano la verità della nostra azione in un'attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza. La dolcezza del ricordo coincide per noi con il rinnovo del nostro impegno per la pace e per la solidarietà.

EMERGENCY

Difendiamo la Paolo Grassi

Renato Sarti e il Teatro della Cooperativa si uniscono al coro di proteste contro il sollevamento di Maurizio Schmidt dal ruolo di direttore della Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.

di seguito il comunicato degli studenti della scuola:



A tutti,

questo è un momento critico per la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi.

Da otto anni la scuola è stata inserita nella Fondazione Scuole Civiche di Milano, assieme alla Scuola di Cinema, Televisione e Nuovi Media, il Dipartimento di Lingue e l’Accademia Internazionale della Musica.

Studenti, ex allievi, docenti e non docenti della scuola si sono riuniti il 23 luglio 2009 in un'assemblea auto-convocata per discutere della situazione in cui ci troviamo in questo momento.

Negli ultimi due anni, sotto la Direzione di Maurizio Schmidt, la scuola ha intrapreso un percorso didattico ricco di esperienze e di opportunità. Le difficoltà riscontrate da tutto l’ambiente dello spettacolo non hanno intaccato lo spirito dei docenti e degli allievi, che hanno continuato a lavorare assieme per portare a termine progetti o ad intraprenderne di nuovi, cercando di risolvere i problemi finanziari che si sono presentati in maniera sempre maggiore.

A causa di questioni interne alla Fondazione, il direttore non verrà riconfermato per ragioni infondate e assolutamente confutabili. La scuola si ritroverà a Settembre senza Direzione, senza alcune parti dell’amministrazione, senza un progetto didattico e senza una programmazione.
E’ stato aperto un bando pubblico dal 27 luglio fino al 7 settembre per le candidature di un nuovo direttore.
Queste premesse di fatto procrastineranno l’inizio regolare dell’attività scolastica.

Non avendo né una direzione né una programmazione, la scuola per noi iscritti non avrà inizio sicuramente fino a Novembre.
Il fatto che non ci sia una programmazione comporta l’assoluta incertezza rispetto alla formazione del prossimo anno.

La metà degli insegnanti rischia di non essere riconfermata e molti non accetteranno di lavorare per una direzione non adeguata.
Mimma Gallina, per scelta personale, non farà più parte di questa scuola senza Schmidt.

Abbiamo paura che questo sia solo l’inizio di un abbassamento culturale dell’offerta formativa e l’avvio di uno smantellamento di questa Istituzione ormai viva da cinquantotto anni.

In allegato mandiamo due comunicati stampa, uno dei docenti e non docenti e l’altro degli studenti intesi a chiarire le posizioni di questi soggetti.

A settembre, in accordo con i docenti, porteremo avanti provocatoriamente le attività già decise durante l’anno (Caserta, Parigi, Centre Culturelle Francais, Villa Necchi, Previsioni – attività che inizieranno il 3 settembre e continueranno fino a dopo il 25).

Il 7 Settembre (ultimo giorno del bando per le candidature del nuovo direttore) è necessario che tutti gli studenti, docenti e non docenti, ex allievi e chiunque altro voglia partecipare, portino in corteo la candidatura di Maurizio Schmidt con il suo programma in mano, da Porta Ticinese alla Fondazione fino al sindaco Moratti. Al corteo faremo seguire altre azioni. Vi informeremo ulteriormente entro i primi di Settembre.

Gli studenti stanno organizzando un periodo di incontri, eventi, rassegne e spettacoli nel periodo Settembre-Ottobre 2009 aperti sia al pubblico che ad eventuali partecipazioni artistiche.

Vi preghiamo, in qualunque modo voi possiate, di far girare la voce, inoltrare questa mail, far girare i comunicati stampa e risponderci singolarmente con eventuali proposte solo a questi indirizzi: difendiamolapaolograssi@gm
ail.com o docentistudentistaff@gmail.com. Vi chiediamo inoltre di mandare email di protesta e di supporto nei nostri confronti agli indirizzi della Fondazione: a.fellegara@scuoleciviche milano.it, s.mazzocchi@newteam.biz, e al Sindaco: sindaco.moratti@comune.milano.it, oppure inviando lettere:

Fondazione Scuole Civiche Milano
Alzaia Naviglio Grande, 20
20144
Milano

Letizia Moratti
Palazzo Marino,
Piazza della Scala, 2
20121
Milano.



Grazie di tutto,

studenti Paolo Grassi.

Aggressione nella Gay Street

BREAKING NEWS - 2 SETTEMBRE ORE 01.25
Roma - Alle ore 23,40 circa due bombe carta sono state lanciate contro la folla nei pressi del locale Colossuem Bar a Roma, in via San Giovanni in Laterano (nota anche come Gay Street), all’altezza dell’angolo con via Ostilia. Un ragazzo è stato lievemente ferito ad un orecchio. Un motorino è andato in fiamme, sono esplosi alcuni vasi. Il boato delle esplosioni è stato sentito a centinaia di metri di distanza. Secondo Fabrizio Marrazzo di Arcigay Roma, che era sul posto di persona, “se qualcuno fosse stato vicino avrebbe rischiato la vita” Il Colosseum Bar è frequentato generalmente da ragazze lesbiche, mentre qualche decina di metri più avanti verso il Colosseo c’è lo storico locale gay Coming Out.



















Un segno dell'aggressione a base di bombe carta


Il primo ordigno è stato lanciato da due persone passate a bordo di un motorino e poi fuggite. Il secondo ordigno, quando la folla era già in preda al panico, è stato lanciato da due ragazzi a piedi, descritti come ragazzi giovani, con teste rasate. I due, scappati, sono stati inseguiti per un breve tratto dalla folla, per poi scomparire nei vicoli. Secondo alcune testimonianze i due ragazzi potrebbero essere gli stessi che mercoledì scorso avevano tentato di aggredire con un coltello una ragazza, sempre nei paraggi della Gay Street. Successivamente a quell’episodio, Arcigay Roma aveva chiesto al Comune di aumentare il controllo delle forze dell’ordine nella zona. Il Comune si era detto d’accordo, ma non c’è stato il tempo necessario a trovare e organizzare un presidio di Polizia o Carabinieri.

Qualche minuto dopo l’attacco, sul luogo sono giunte quattro volanti della Polizia, tre dei Carabinieri e 1 ambulanza.

Una volante accorsa dopo il lancio delle due bombe carta

Immediatamente dopo l’accaduto, il Presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo ha confermato la fiaccolata contro l’omofobia che si svolgerà questa sera 2 Settembre alle 22, con partenza proprio dalla Gay Street, fiaccolata che sarà sostenuta anche dal Mario Mieli, con il quale lo stesso Marrazzo si è sentito al telefono. Il clima di odio e di intollerabile omofobia che si respira a Roma da alcune settimane sta dunque avendo l’effetto di unire anche le associazioni storicamente “distanti”. Resta confermata la fiaccolata convocata per il 4 Settembre dal movimento appena nato I HAVE A DREAM, appoggiato da Gay.it, che vede estendere i suoi "micropride" anche a Milano e Bologna. Nelle prossime ore troverete maggiori aggiornamenti.

Lo scorso 21 Agosto due ragazzi gay erano stati violentemente aggrediti da un facinoroso esaltato di estrema destra, noto con l’appellativo di “Svastichella”, all’uscita del Gay Village.

In generale in tutto il paese nelle ultime settimane gli attacchi alle persone omosessuali si stanno intensificando a tutti i livelli.

Giuliano Federico redazione@gay.tv