giovedì 25 dicembre 2008

25 dicembre 2008 - Addio ad Harold Pinter


Il Teatro della Cooperativa dà l'ultimo saluto ad Harold Pinter.
Addio, Harold. Ci mancherai. Per fortuna le tue parole rimarrano con noi per sempre.

martedì 23 dicembre 2008

Regala il teatro!

UN REGALO ORIGINALE?

Quest'anno ti offriamo una soluzione diversa dal solito e culturalmente stimolante.regalo

Hai la possibilità di acquistare come regalo un voucher al prezzo speciale di 18 euro valido per due spettacoli a scelta tra quelli in programmazione da gennaio a maggio 2009 tra le produzioni Teatro della Cooperativa e le ospitalità, compresi gli spettacoli inseriti all'interno dellaRassegna Basaglia e la diversità.

INFO: promozione@teatrodellacooperativa.it

tel. 02.64749997 (lun - ven h.15/19)

BUONE FESTE

venerdì 19 dicembre 2008

Fino al 20 dicembre

GLI INDIFFERENTI ALLA PROVA
PROGETTO MORAVIA

Orario: mart-ven 20.45/dom 16.00

Prezzo: 15.00-8.00 e

PROGETTO MORAVIA
Spettacoli / incontri / Film
Un’idea di PACTA
in collaborazione con ScenaAperta/Polo teatrale dell’Alto milanese, Villaggio Barona, Coop.
Chico Mendes, Teatro della Cooperativa, Fondazione
Cineteca Italiana

Nel panorama letterario italiano, permane (e non
possiamo non ricordare) l'opera di uno scrittore che
divenne nel corso dei decenni un lucido fustigatore della
decadenza della classe borghese alla quale lui stesso
apparteneva: Alberto Moravia. Giornalista, saggista.
romanziere prolifico e di grande successo ma anche
autore di teatro. Il suo sottile indagare e sferzare la vita
sociale, politica ma anche sessuale dei suoi personaggi
fa di lui uno scomodo interprete di più di 50 anni di vita
italiana. I temi della sua prosa oscillano tra indifferenza e
noia, passando attraverso i sensi e la sensualità, presunti
strumenti di liberazione,

Il Progetto Alberto MORAVIA intende esplorare una
parte del vasto mondo di Moravia : la messa in scena di due suoi testi , uno letterario, GLI
INDIFFERENTI alla prova (tratto dal celebre romanzo) e uno teatrale, BEATRICE CENCI,
entrambi per la regia di Annig Raimondi. Sono due opere solo all’apparenza diverse fra loro, ma, in
realtà , se il raffronto viene posto nei termini fondamentali di natura e storia, , risultano essere
complementari e gettano le coordinate per scoprire il particolare sogno innocente che si nasconde
dietro ad ogni esistenza scandagliata da Moravia.
Altri eventi collaterali, che PACTA ha organizzato in collaborazione con diversi organismi di città e
provincia, collegano il cinema al giornalismo e al teatro, seguendo il percorso poetico compiuto da
un uomo solitario davanti alla sua macchina da scrivere, ma anche da un infaticabile viaggiatore e
un vitalissimo biografo dell’anima.

Entrambi gli spettacoli sono inseriti nell’abbonamento “Invito a Teatro”
tagliando PACTA.dei Teatri

GLI INDIFFERENTI alla prova (prima nazionale)
Progetto Moravia - La vecchia e la nuova società si raccontano
Dal romanzo 'Gli Indifferenti' di Alberto Moravia
Progetto e regia Annig Raimondi

Con Marino Campanaro, Maria Eugenia D'Aquino, Marco Pezza, Annig Raimondi, Serena
Marrone

Musiche Maurizio Pisati

Quando Alberto Pincherle, in arte Alberto Moravia, scrisse il suo
primo romanzo, 'Gli Indifferenti', non aveva ancora compiuto
diciotto anni. Erano i tempi cupi del fascismo. L'opera, inizialmente
censurata, fu in seguito un successo e divenne il manifesto di una
generazione.
Il sottotitolo potrebbe recitare: "Corruzione e caduta di una famiglia
borghese".
Il soggetto si sviluppa, secondo un'operazione di
'smascheramento', in un ristretto ambiente borghese con soli
cinque personaggi: gli Ardengo - la madre Mariagrazia, il figlio
Michele, la figlia Carla, l'affarista Leo Merumeci e l'amica di tutti
Lisa.
La storia è presto detta.
Carla è insidiata dal libertino Leo, amante della madre, il quale
mira ad impadronirsi del patrimonio di famiglia. Egli è facilitato
dalla particolare situazione in cui si trova Carla, desiderosa di
uscire da un'esistenza mediocre, contrassegnata da una
decadenza e una corruzione insostenibili. Leo, dopo molti tentativi,
riesce a portare Carla a casa sua. La madre Mariagrazia, eccitata
da false ambizioni e preoccupata solo del decoro sociale, non si
accorge del mondo che frana intorno a lei. L'oscura tresca viene scoperta da Lisa, ex amante di Leo e amica
di Mariagrazia, che rivela tutto a Michele, il fratello, di cui lei è innamorata. Il giovane Michele, soggiogato
dall'apatia morale, incline a una vita fondata più sui sogni e le fantasticherie che su un'effettiva
partecipazione agli eventi concreti della vita, tenta di ribellarsi affrontando ripetutamente Leo. Alla fine, la
'sudicia avventura' pare capovolgersi...
'Gli Indifferenti alla prova' è una favola contemporanea in cui Sesso e Denaro la fanno da padroni. Seguendo
le regole di una partita a carte scoperte, ciascun personaggio cerca una 'lealtà di visione sviluppando il
soggetto in continuo dialogo con l’autore/narratore. Nello spettacolo, questa particolare figura ha un ruolo
quasi "polifonico", "dialogico", in cui cioè la sua 'voce' si confronta, con la 'voce' autonoma dei personaggi ,
cosicché il rapporto - aperto, conoscitivo - con la realtà emerge dal continuo incrociarsi dei punti di vista dei
vari personaggi e del narratore.
Avvolta dai miasmi, l’aggrovigliata situazione famigliare narrata (e giocata) vuole anche rifarsi alle grandi
tragedie shakespeariane e dostoievskiane, ma, di fatto e per 'forza di storia', finisce in farsa. Sullo sfondo, si
compone l’affresco di una società borghese in rovina che si auto esalta in chiacchiere stereotipate e siparietti
comici.
Annig Raimondi

mercoledì 10 dicembre 2008

Dopo anni di rappresentazioni la Nave Fantasma continua a riscuotere favore e commenti positivi da parte di pubblico e critica

Caraglio:la nave fantasma,premio Gassman ampiamente meritato

Lo spettacolo è stato veramente devastante, sia nella parte comica che in quella più seriosa. Il regista Renato Sarti ha ben orchestrato la vicenda dell’affondamento della nave di clandestini avvenuta al largo della Sicilia la notte di Natale del 1996. I due attori – lo stesso Sarti ed il grandioso Bebo Storti – erano circa alla 250esima replica di questo spettacolo. All’ingresso del Teatro Civico ci viene fornita una scheda (tipo telefonica) con l’immagine di un giovane dalla pelle olivastra e con delle scritte incomprensibili. Capiremo poi il perchè… L’intento dichiarato di ‘colpire’ il pubblico presente in sala è stato ampiamente rispettato. Alcuni dei presenti sono stati prelevati dalle comode poltrone del Teatro Civico e portati sul palcoscenico per diventare parte integrante del racconto. La simpatica Clelia si è trovata a dover indossare un ingrombante pastrano e uno strano cappello a forma della villa di Portofino della Contessa Francesca Vacca Agusta (che i lettori ricorderanno scomparsa il 9 gennaio 2001). Perché tutto ciò? Perché il regista Renato Sarti ha messo in scena con oggettistica varia (simpaticissimi i pelouches a forma di Pluto messi ai piedi di Clelia a simboleggiare i 3 robot che furono immersi per cercare il corpo della contessa) l’immenso stuolo di persone e mezzi messi a disposizione degli inquirenti per risolvere questo caso divenuto internazionale grazie alla notevole esposizione mediatica data al caso. Tocco finale una molletta sul berretto/villa indossato Perché una molletta? Perché dall’altra parte del piccolo palcoscenico c’era un altro spettatore del pubblico al quale è stato dato unicamente un filo con appese 283 mollette (sì proprio quelle necessarie per stendere la biancheria) a simboleggiare coloro che erano a bordo della nave fantasma affondata e per i quali nulla è stato fatto. 283 persone…persone partite dall’India, Pakistan e Sri Lanka. Non solo i cosiddetti poveracci ma anche ricercatori, operai qualificati, laureati che dopo aver pagato profumatamente le organizzazioni criminali che si occupano di questo traffico umano, hanno vagato per vario tempo per il Mediterraneo, sono stati trasferiti di stiva in stiva per poi finire sulla nave Yohan. La strage impunita si consumò al largo di Portopalo. Nessun rispose all’S.O.S. lanciato alle autorità portuali. Annegheranno tutti. Insabbiatura totale dell’intera vicenda sino all’ostinazione di un giornalista di Repubblica, Giovanni Maria Bellu che cercherà di far ‘riemergere’ il naufragio. La chiave di svolta è la carta d’identità di Ampalal Pradesh, il giovane medico pakistano che sognava di lavorare in Italia (quella piccola scheda donataci all’ingresso del Teatro). Finalmente il Ministero degli Esteri italiano è obbligato ad avviare le ricerche del relitto. La data chiave è il 28 aprile 2001 quando viene ritrovato con il suo carico di orrore. La disparità di trattamento operata per i due casi sopra esposti è da ricercarsi unicamente nel ‘valore’ dato alle due vicende. Lo spettacolo avrebbe potuto risultare pesante ma i due attori sono mossi da una passione civile che li spinge oltre, oltre la retorica, oltre la denuncia, oltre l’ormai ‘anestetizzazione’ dopo ben 250 repliche e li porta…li porta a coinvolgere il pubblico, a far comprendere l’immenso potere dei mezzi di comunicazione, stampata e televisiva e l’orrore di quanto è accaduto. L’ironia di Bebo Storti, cabarettistica nel senso più puro del termine, è l’ennesima prova della sua bravura, messa in scena anche attraverso l’imitazione di Borghezio della Lega che inveisce contro gli stranieri durante un comizio ma che Renato Sarti, come da copione, definisce un po’ eccessiva…Storti reagisce facendo sentire la registrazione originale del discorso. Il nostro si trasforma in un riso amaro. Bebo non aveva esagerato anzi aveva smussato tralasciando alcuni improperi. Questo spettacolo viene definito ‘cabaret tragico’, verissimo! C’è la dose di pura satira ma anche e soprattutto gli scheletri della coscienza civile che lasciano veramente l’amaro in bocca. La riproduzione del naufragio è toccante ed il ‘sonoro’ è un pugno nello stomaco. Mentre imperversa sul palcoscenico la tempesta di quella notte (con mezzi mossi anche da alcuni giovani reclutati tra il pubblico) vengono letti stralci del processo al comandante della nave El Hallal Jousseff, ritenuto tra i responsabili della tragedia. Questa persona risulta a piede libero all’estero. Grazie Signor Renato Sarti. Grazie Signor Alberto ‘Bebo’ Storti. Come dite Voi…tutto ciò per non dimenticare!
Laura Mandaglio

martedì 9 dicembre 2008

Ma questa è fede?

Il sentimento della fede - per chi ce l'ha sia ben chiaro - è un sentimento profondo e degno del più grande rispetto.
Detto questo: ieri sera, 7 dicembre, sulla prima rete nazionale Lourdes. Domenica e lunedì della scorsa settimana una fiction/melassa su Papa Paolo VI. Sono un non credente e credo di avere il diritto di poter affermare che trovo tutto questo imbarazzante.
Se fossi credente credo che mi sentirei ancor più offeso davanti a questo trionfo di crocefissi, preghiere, Dii e Madonne, elargiti in prima serata fra un Grande Fratello e una trasmissione dei pacchi.

Renato Sarti

mercoledì 3 dicembre 2008

Grazie.


Il Teatro della Cooperativa ringrazia sinceramente gli oltre 6.100 spettatori che hanno partecipato con affetto alla nuova produzione di 'Sogno di una notte di mezza estate' e che hanno accolto l'invito nella riproposta dei nostri cavalli di battaglia 'La Nave Fantasma' e 'Mai Morti'.
Un successo ottenuto in meno di due mesi di programmazione e che ci stimola ad un lavoro sempre più attento ed appassionato.
ANCORA GRAZIE
Renato Sarti, gli attori e lo staff del Teatro della Cooperativa
(foto di Alessandro Villamira.)

martedì 2 dicembre 2008

Vaticano e omosessualità

ARCIGAY: VATICANO VUOLE MANTENERE LA PENA DI MORTE PER GAY E LESBICHE
Sulla presa di posizione contro la depenalizzazione universale dell’omosessualità
Comunicato Stampa

ARCIGAY
1 dicembre 2008

Il Vaticano ha davvero superato il segno! È di oggi la notizia che l’osservatore permanente del Vaticano presso l’Onu si è espresso contro la proposta del governo francese di depenalizzare l’omosessualità. Grazie allo status particolare di cui gode il medioevale stato Vaticano presso le Nazioni Unite, la lobby clericale preme su tutti gli stati affinché non siano di volta in volta riconosciuti diritti civili e di libertà, alleandosi con i regimi dittatoriali, di ogni colore, compresi quelli islamici. La richiesta di depenalizzazione, che è stata sottoscritta anche dal nostro governo, vuole cancellare la vergogna per cui in ben 91 paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l’esecuzione capitale (10 paesi islamici) contro le persone omosessuali. È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari.La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare, perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all’indice, non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali. Arcigay, insieme alle altre associazioni lgbt italiane, valuterà nelle prossime ore come reagire a questo inedito ed inaudito attacco della gerarchia reazionaria cattolica.

Aurelio Mancuso, Presidente Nazionale Arcigay