RASSEGNA BASAGLIA E LA DIVERSITA'
dal 10 al 12 febbraio 2009
ELLA
di H.Achternbusch
diretto ed interpretato da Marco Brinzi
Produzione Nuove Tendenze 2008
(prima nazionale)
Di Herbert Achternbusch
Di e con Marco Brinzi
Monologo drammatico in prosa di Herbert
Achternbusch. Scritto nel 1978.
All’interno di un recinto da pollaio, Josef, con indosso un abito a grembiale ricostruisce la vita della madre, Ella. Quest’ultima è una minorata mentale, battuta continuamente dal padre e, che l’ha sposata con un uomo con più del doppio dei suoi anni, da cui ha avuto Josef, anch’egli spesso violento con lei, senza alcun aiuto neppure dalla suocera. Ella, esasperata, ha tentato di affogarsi
col figlio, venendo internata in manicomio dal marito, che l’ha separata del tutto da Josef, divorziando e impedendole di vederlo. Da allora la vita di Ella diviene un’odissea nel dolore: affidamento alla sorella che la costringe a vivere in un pollaio; vagabondaggi e incontri casuali con uomini, dai quali contrae malattie veneree, ripetuti internamenti, con relative violenze del personale, il carcere, fino alla reclusione in un sanatorio.
Josef, giunto alla fine del racconto, inzuppa una zolletta di cianuro, la mette nel caffè e, bevutolo, muore.
“Credo che leggendo il monologo teatrale 'Ella' di Herbert Achternbusch non si possa rimanere impassibili. Josef, attraverso una narrazione-identificazione, ripercorre in prima persona le violenze subite dalla madre nel corso della sua vita. Un diluvio di parole che partono da una memoria sgangherata, rovinata, che affastella e recupera. Vengono citate tutti i tipi di violenza subiti dalla donna, violenze soprattutto psichiche che l’hanno portata alla ‘pazzia’ e successivamente al tentativo di suicidio.
Affascinato dalla forza che questo testo porta con sé, mi sono più volte promesso di iniziare a studiarlo e di lavorarci al fine di portarlo in scena. Ho sempre ‘girato’
intorno a questo lavoro poiché lo ritengo molto formativo e propedeutico per un giovane attore. Un testo che pone all’interprete molte difficoltà. Difficoltà come quella di dar vita ad un personaggio maschile che deve riprodurre la
vicenda della propria madre, Ella, attraverso un processo di mimesi che con lo scorrere del testo porta alla più completa immedesimazione/simbiosi tra
attore-personaggio figlio-madre.
Ciò che più mi preme adesso è comunicare a più persone possibile questa storia, questo testo su cui lavoro e studio da più di un anno. Sento che adesso è arrivato il momento migliore per raccontare questa storia, che il processo di studio ha bisogno di essere aperto al pubblico, di essere visto, ed è per questo che ho deciso di portare in scena Ella, affinché non rimanga una vicenda su una pagina scritta, ma diventi una storia viva così come è stata concepita.”
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