Cappuccino, brioche e intelligence n°9
A che servono i body scanner?
A che servono i body scanner?
Come si sa, la recente vicenda del mancato attentato di Natale a bordo di un aereo americano, ha rilanciato il tema della sicurezza dei viaggi aerei. La risposta prontamente trovata è stata quella dell’adozione dei body scanner, ai controlli di volo, prima dell’imbarco.Quale sarà la reale efficacia di questi dispositivi? Molto prossima allo zero, probabilmente. E spieghiamo il perchè.Un terrorista, a meno che non sia un perfetto imbecille, studia le sue azioni prima di attuarle ed, ovviamente, per prima cosa, studia i dispositivi di sicurezza ed il modo di aggirarli. Dunque, i dispositivi fissi e visibili risulteranno sicuramente meno efficaci di quelli non visibili e casuali. Da questo punto di vista, sono più efficaci le telecamere nascoste negli aeroporti o controlli casuali a campione, che non gli attuali controlli di volo che, al massimo, proteggono da qualche spostato.Il terrorista cercherà innanzitutto la via per passare senza sottoporsi a quei controlli; in secondo luogo, il modo di ingannare quelle macchine (ad esempio, quando fu proibito portare a bordo anche le forbicine per le unghie, ci si rese conto che il limite poteva essere aggirato con lame in ceramiche dure). Solo quando questo dovesse risultare non possibile o troppo complicato ed antieconomico, il terrorista rinuncerebbe a quell’attentato. Ma solo per spostare la sua attenzione su altri obiettivi.Non è più possibile fare attentati con esplosivi sugli aerei? Bene, facciamoli usando il raggio laser che acceca i piloti in fase di atterraggio. Non è possibile nemmeno questo? Allora l’esplosivo lo portiamo nei bagagli e lo facciamo brillare negli atrii degli aeroporti. Sono riusciti a blindare gli aeroporti? C’è sempre la possibilità di far saltare gli autobus ed i treni che portano agli aeroporti. E così via…Poi ci sono i treni, le stazioni, le banche (in Italia ne sappiamo qualcosa), i supermercati (e proprio di recente, un imam milanese è stato accusato di voler compiere attentati negli iper mercati Esselunga ed Auchan).
Nella lotta al terrorismo le difese fisse hanno al massimo una efficacia momentanea ma, rapidamente si dimostrano di utilità scarsa e comunque inferiore al costo.Nel caso specifico dei Body scanner il costo non è solo quello monetario, ma anche quello in termini di rischio sanitario. Noi siamo già iper irradiati dai controlli in banca, alla posta, nelle sedi dei ministeri ecc, in più nelle nostre città, a causa della presenza massiccia di questi macchinari, c’è inevitabilmente una certa dose di radiazioni che ci investe (per quanto i vani di passaggio possano essere schermati e protetti, è inevitabile che qualche fuga ci sia sempre per una guarnizione difettosa o per un uso malaccorto dei dispositivi). Ora aggiungiamo una nuova fonte, peraltro più massiccia delle precedenti e direttamente rivolta alle persone, Di fatto si tratta di vere e proprie radiografie da fare due volte -all’andata ed al ritorno magari di un viaggio di pochi giorni-. Già questo dovrebbe indurre ad un calcolo da fare: considerata l’attuale incidenza di malattie tumorali e l’indice di rischio connesso all’esposizione di X persone ad un tempo Y di irradiazione, quale è il numero di persone che probabilmente svilupperanno una neoplasia a seguito di tale esposizione? Pur considerando una percentuale bassissima (diciamo 1 per ogni 50.000 passeggeri, pari allo 0,005%) ne deriva che si tratterebbe di qualche migliaio di persone: molte di più di quelle che cadrebbero in un attentato aereo. E dovremmo anche confrontare la diversa probabilità di un attentato aereo con quelle di tumori da esposizione ripetuta a radiazioni.
Ma c’è di più.E’ facile comprendere che a rischiare di più sarebbero gli addetti ai controlli (per quante precauzioni possano prendere) ed i viaggiatori frequenti, cioè le persone che più spesso debbono prendere l’aereo per motivi professionali: giornalisti, manager e industriali di medio calibro, parlamentari, una parte dei professionisti e docenti universtari, ecc. In una parola, la fascia B della classe dirigente di un paese (la fascia A viaggia con aerei propri o di Stato e non passa per quei controlli). Non aveva torto Roberto Volpi a scrivere sul “Foglio “ del 7 gennaio 2010 che, questa dei body scanner sembra una idea suggerita dai terroristi, che, così, otterrebbero indirettamente e senza alcuno sforzo di concentrare gli effetti letali della loro presenza sul quadro dirigente delle società occidentali.Insomma, difficile immaginare una idea più cretina di questa.Cretina, ma redditizia, come ci segnala una intervista a Michel Girardin (Plus24-Il Sole 24 ore 16 gennaio 2010 p. 17) che dichiara che il suo gruppo compirà investimenti speculativi (dunque legati alla contingenza) sulle “società che producono scanner corporali come la società Ictx e Rapidscan in America, nonchè Amitths Group nel Regno Unito”.E, infatti, le azioni dello Smiths Group, che a inizio estate erano al minimo storico di 6,50 sterline, si è attualmente assestata sulle 9,80 sterline per azione. Che non è poi male…
Nella lotta al terrorismo le difese fisse hanno al massimo una efficacia momentanea ma, rapidamente si dimostrano di utilità scarsa e comunque inferiore al costo.Nel caso specifico dei Body scanner il costo non è solo quello monetario, ma anche quello in termini di rischio sanitario. Noi siamo già iper irradiati dai controlli in banca, alla posta, nelle sedi dei ministeri ecc, in più nelle nostre città, a causa della presenza massiccia di questi macchinari, c’è inevitabilmente una certa dose di radiazioni che ci investe (per quanto i vani di passaggio possano essere schermati e protetti, è inevitabile che qualche fuga ci sia sempre per una guarnizione difettosa o per un uso malaccorto dei dispositivi). Ora aggiungiamo una nuova fonte, peraltro più massiccia delle precedenti e direttamente rivolta alle persone, Di fatto si tratta di vere e proprie radiografie da fare due volte -all’andata ed al ritorno magari di un viaggio di pochi giorni-. Già questo dovrebbe indurre ad un calcolo da fare: considerata l’attuale incidenza di malattie tumorali e l’indice di rischio connesso all’esposizione di X persone ad un tempo Y di irradiazione, quale è il numero di persone che probabilmente svilupperanno una neoplasia a seguito di tale esposizione? Pur considerando una percentuale bassissima (diciamo 1 per ogni 50.000 passeggeri, pari allo 0,005%) ne deriva che si tratterebbe di qualche migliaio di persone: molte di più di quelle che cadrebbero in un attentato aereo. E dovremmo anche confrontare la diversa probabilità di un attentato aereo con quelle di tumori da esposizione ripetuta a radiazioni.
Ma c’è di più.E’ facile comprendere che a rischiare di più sarebbero gli addetti ai controlli (per quante precauzioni possano prendere) ed i viaggiatori frequenti, cioè le persone che più spesso debbono prendere l’aereo per motivi professionali: giornalisti, manager e industriali di medio calibro, parlamentari, una parte dei professionisti e docenti universtari, ecc. In una parola, la fascia B della classe dirigente di un paese (la fascia A viaggia con aerei propri o di Stato e non passa per quei controlli). Non aveva torto Roberto Volpi a scrivere sul “Foglio “ del 7 gennaio 2010 che, questa dei body scanner sembra una idea suggerita dai terroristi, che, così, otterrebbero indirettamente e senza alcuno sforzo di concentrare gli effetti letali della loro presenza sul quadro dirigente delle società occidentali.Insomma, difficile immaginare una idea più cretina di questa.Cretina, ma redditizia, come ci segnala una intervista a Michel Girardin (Plus24-Il Sole 24 ore 16 gennaio 2010 p. 17) che dichiara che il suo gruppo compirà investimenti speculativi (dunque legati alla contingenza) sulle “società che producono scanner corporali come la società Ictx e Rapidscan in America, nonchè Amitths Group nel Regno Unito”.E, infatti, le azioni dello Smiths Group, che a inizio estate erano al minimo storico di 6,50 sterline, si è attualmente assestata sulle 9,80 sterline per azione. Che non è poi male…
27 gennaio ‘10
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