Lo sgombero del Conchetta è l’ultimo segnale dell’insensibilità sociale e culturale di chi governa Milano. È l’ultimo atto dell’ottusa catena di scelte che stanno rendendo irriconoscibile il volto della nostra città.
Si sta procedendo sulla strada dell’omologazione, con il chiaro obiettivo di costruire una città in cui siano assenti le diversità, il dialogo e le culture. Una città in cui gli unici divieti assenti sono contro i poteri forti e la loro onnivora spinta a divorare fino all’ultimo centimetro di territorio.
È questa la Milano che vogliamo? Vogliamo aspettare che anche l’ultimo filo d’erba ci venga strappato da sotto i piedi o pensiamo di dover reagire?
Un editorialista del Manifesto chiedeva “Milano da che parte sta?”. Noi rispondiamo che la grande mobilitazione antirazzista per Abba e lo straordinario corteo di sabato, hanno mostrato che in questa città esistono energie, forze vive, spiriti liberi che ancora non si rassegnano al velo oscurantista che punta a cancellare cultura e umanità.
La sinistra non può attendere oltre, divisa tra generosità impotente o timidezze. La sinistra, in tutte le sue articolazioni può e deve impegnarsi in una grande battaglia per la libertà e la democrazia. Deve incontrarsi subito per avviare una grande iniziativa unitaria e una battaglia culturale e di civiltà.
Noi siamo pronti.
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