lunedì 5 gennaio 2009

Beatrice Cenci


dall'8 al 18 gennaio 2008

BEATRICE CENCI
PROGETTO MORAVIA

PROGETTO MORAVIA
Spettacoli / incontri / Film
Un’idea di PACTA
in collaborazione con ScenaAperta/Polo teatrale dell’Alto milanese, Villaggio Barona, Coop.
Chico Mendes, Teatro della Cooperativa, Fondazione
Cineteca Italiana

Nel panorama letterario italiano, permane (e non
possiamo non ricordare) l'opera di uno scrittore che
divenne nel corso dei decenni un lucido fustigatore della
decadenza della classe borghese alla quale lui stesso
apparteneva: Alberto Moravia. Giornalista, saggista.
romanziere prolifico e di grande successo ma anche
autore di teatro. Il suo sottile indagare e sferzare la vita
sociale, politica ma anche sessuale dei suoi personaggi
fa di lui uno scomodo interprete di più di 50 anni di vita
italiana. I temi della sua prosa oscillano tra indifferenza e noia, passando attraverso i sensi e la sensualità, presunti strumenti di liberazione,
Il Progetto Alberto MORAVIA intende esplorare una
parte del vasto mondo di Moravia : la messa in scena di due suoi testi , uno letterario, GLI
INDIFFERENTI alla prova (tratto dal celebre romanzo) e uno teatrale, BEATRICE CENCI,
entrambi per la regia di Annig Raimondi. Sono due opere solo all’apparenza diverse fra loro, ma, in
realtà , se il raffronto viene posto nei termini fondamentali di natura e storia, , risultano essere
complementari e gettano le coordinate per scoprire il particolare sogno innocente che si nasconde
dietro ad ogni esistenza scandagliata da Moravia.
Altri eventi collaterali, che PACTA ha organizzato in collaborazione con diversi organismi di città e
provincia, collegano il cinema al giornalismo e al teatro, seguendo il percorso poetico compiuto da
un uomo solitario davanti alla sua macchina da scrivere, ma anche da un infaticabile viaggiatore e
un vitalissimo biografo dell’anima.

Entrambi gli spettacoli sono inseriti nell’abbonamento “Invito a Teatro”
tagliando PACTA.dei Teatri

Produzione PACTA.dei teatri – CETEC
BEATRICE CENCI (prima nazionale)
Progetto Moravia - La vecchia e la nuova società si raccontano
di Alberto Moravia
Progetto e regia Annig Raimondi
Con
Massimo Loreto, Marino Campanaro, Annig
Raimondi, Maria Eugenia D'Aquino
e la partecipazione di Gianni Mantesi
Musiche Maurizio Pisati
“BEATRICE CENCI” è il primo testo teatrale di Moravia
scritto direttamente in forma drammatica, senza cioè
passare dalla riduzione di un precedente materiale
narrativo.
L’argomento risale ad una vicenda di cronaca vera
dell’Italia del ‘500.
Correva l’anno 1599, in una Roma giunta all’apice
dello splendore, grazie ai papi mecenati che avevano reclutato i più grandi artisti per rendere splendida la
città eterna, si celebrò uno dei processi più famosi della storia. Protagonista della vicenda fu una giovane
romana, Beatrice Cenci, la cui figura, narrata da grandi scrittori, tra cui Stendhal, e storici e immortalata nel
celebre dipinto attribuito a Guido Reni, ha oltrepassato la storia per entrare a far parte della leggenda.
I fatti riportati da Moravia risalgono a prima del processo, presso la rocca di famiglia di Petrella Salto, in
territorio abruzzese e narrano delle riflessioni nonché degli accadimenti che portarono al parricidio.
Francesco Cenci, padre di Beatrice e di quattro figli maschi, proprietario di numerosi latifondi nell’Agro
Romano e di un ricco patrimonio accumulato in gran parte illecitamente e sperperato tra debiti e pagamento
di accuse di reati, era un uomo brutale e violento .In seconde nozze Francesco aveva sposato una Lucrezia
Petroni Velli, una vedova .Segregate prima nel palazzo romano e poi nella Rocca di Petrella, Beatrice e
Lucrezia conducono una vita di stenti e di privazioni e Beatrice, obbligata a carcerarsi, sogna una vita
sfarzosa. Alla rocca può contare solo sull’aiuto del castellano Olimpio Calvetti, innamorato di lei, e di un
contadino scelto come intrattenitore, Marzio Catalano.
Francesco Cenci , particolarmente oppresso dalla noia , raggiunge le donne nella Rocca di Petrella; gli piace
impersonare il vizio e l’innocenza. Beatrice, con la complicità del suo amante Olimpo, il 9 settembre 1958
uccide Francesco. Ma quell’amore nato dentro tanto odio non supera il giorno dell’omicidio. Così Olimpo
fugge mentre, alla Rocca di Petrella, arriva la giustizia per indagare…
L’ampia documentazione pervenuta deriva dagli atti del processo per parricidio che riportano, fra l’altro, che
Marzio Catalano fu il primo a confessare di avere partecipato al delitto e diede la sua versione dei fatti
dichiarando ai giudici che, a causa delle vessazioni che subiva, Beatrice gli aveva chiesto di trovare
qualcuno disposto ad uccidere il padre. Dopo atroci torture, anche gli altri furono costretti a confessare.
Beatrice fu dichiarata colpevole e condannata alla decapitazione.
La leggenda vuole che ogni anno, l’11 settembre, giorno in cui fu decapitata, il fantasma di Beatrice aleggi
proprio nei luoghi in cui fu giustiziata; leggenda o meno, il mito di Beatrice resta, perché simbolo in generale
per tutti gli uomini che si oppongono alle sopraffazioni, in particolare per le donne, che si ribellano alla
violenza e ai soprusi, in ri/conquista della libertà e della dignità personale.
La novità del testo di Moravia è che questi personaggi, nati da una potente urgenza passionale, si
presentano qui presi da un principio di riflessione e si immergono in uno dei più affascinanti enigmi della
storia: chiedersi con gli occhi di oggi, la ragione dell’episodio ‘sconvolgente’ di ieri.

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