venerdì 3 ottobre 2008

IO SANTO TU BEATO

IO SANTO, TU BEATO (risate)

Voce registrata DANIELE LUTTAZZI, scene e costumi CARLO SALA, musiche CARLO BOCCADORO

produzione Teatro della Cooperativa

IO SANTO, TU BEATO (risate)
con Renato Sarti, Bebo Storti

e con Delma Pompeo e i Riddle
voce Radiomariacensura di Daniele Luttazzi
testo e regia Renato Sarti
con il prezioso contributo di Bebo Storti

scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro

Da anni Renato Sarti traduce in linguaggio teatrale i grandi temi della storia e della vita (deportazione, antifascismo, immigrazione). Con questo spettacolo si affronta, attraverso gli elementi della commedia dell’arte e della maschera, una tra le più grandi tematiche di ogni tempo: la discrasia fra coloro che, in nome della fede e della spiritualità, prestano quotidianamente la loro opera nel sociale, e i vertici della gerarchia ecclesiastica.Pio XII e Padre Pio si incontrano in un ipotetico aldilà. Il primo parla un latino maccheronico, il secondo si esprime in dialetto pugliese. Dapprima i due rievocano alcune pagine della storia della Chiesa: inquisizione, crociate, vita dissoluta di alcuni papi, discriminazione verso le donne, recenti casi di pedofilia.Nel frattempo, scoprono che - siccome Papa Giovanni Paolo II ha fatto 482 santi e 1338 beati - l’accesso al Paradiso è intasato e al momento è rimasto disponibile un solo posto. Dopo i convenevoli di rito, tra i due si scatena una contesa senza esclusione di colpi. Papa Pacelli, pur riconoscendo a Padre Pio le sue indiscutibili doti, non gli risparmia l’accusa di aver trasformato San Giovanni Rotondo nella Las Vegas del Gargano, alimentando un business paganeggiante in stridente contrasto con il voto francescano di povertà. Incalzato dalle accuse, Padre Pio passa al contrattacco: pur non negando che durante la Seconda Guerra Mondiale migliaia di ebrei, grazie all’aiuto di sacerdoti e suore, abbiano trovato rifugio presso parrocchie e nei conventi, gli rammenta il suo silenzio rispetto alla Shoah e l’avallo di importanti esponenti della Chiesa nei confronti del nazismo. A dirimere la contesa, con l’aiuto del pubblico, arriverà Dio in carne ed ossa.Per secoli la Chiesa ha osteggiato il teatro e demonizzato la Commedia dell’Arte, che sovvertiva i valori andando contro l’ordine costituito e il potere ecclesiastico allora dominante.Per secoli gli attori sono stati seppelliti in terra sconsacrata, hanno visto censurati i propri spettacoli, sono stati costretti ad autentiche peregrinazioni e alla fame. Che sarà mai, dunque, se per una volta il teatro si prende una rivincita, specie se lo fa attraverso gli elementi tipici della Commedia dell’Arte, attraverso lo sghignazzo e la scurrilità, lo sberleffo e la maschera, la gestualità ed un forte coinvolgimento del pubblico.Ben sapendo che la farsa è uno dei rivelatori più sensibili della realtà, l’obiettivo non è attaccare un sentimento profondo come quello della fede, ma piuttosto analizzare criticamente il rapporto spesso contraddittorio tra gli uomini di Chiesa che operano nel sociale e sono in prima linea fra gli ultimi della terra e i vertici della gerarchia vaticana.Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi: noi siamo contrari a questo tabù. Nella speranza di non incorrere nello stesso pericolo del clown Leo Bassi, che ha rischiato di saltare in aria per una bomba collocata nel teatro dove recitava una piece dissacrante sulla Chiesa, Io santo, tu beato…risate. (Renato Sarti)In scena, oltre ai protagonisti Renato Sarti (Pio XII) e Bebo Storti (Padre Pio), la cantante Delma Pompeo, mentre Daniele Luttazzi presterà la sua voce per le notizie di Radiomariacensura; le musiche originali sono di Carlo Boccadoro e le scene di Carlo Sala.

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